L’enorme mole di domande presentate per il reddito di cittadinanza (circa 806mila domande già presentate, un terzo delle quali solo in Campania e Sicilia) sta già mostrando i primi problemi applicativi: ci si trova di fronte a una vera e propria falla nei controlli. In sostanza, l’insufficienza di personale non consentirà di verificare il possesso di tutti i requisiti da parte dei richiedenti. Quello che rappresentava un serio concreto rischio diviene oggi realtà: “risolvere” il problema con il vecchio metodo dell’Isee (risultato poi fallimentare), ovvero l’autocertificazione.
Ebbene si avrà un vero e proprio reddito di cittadinanza con autocertificazione annessa. I controlli, precisi e mirati, verranno dopo, ammesso che davvero ci saranno. Vero è che si tenderà a disincentivare atti fraudolenti con un rigido sistema di sanzioni di carattere penale particolarmente pensanti (si rischia il carcere da 2 a 6 anni), ma la situazione resta ugualmente grottesca.
INPS
Quindi in prima battuta l’Inps si limiterà a controllare solo le voci oggetto di convenzioni con l’Agenzia delle entrate quali i requisiti patrimoniali e reddituali per come indicati nell’anagrafe tributaria (Isee, patrimonio mobiliare, immobiliare, reddito familiare del richiedente).
Più problematica, per non dire drammatica, la verifica dei requisiti amministrativi che sono di competenza dei Comuni, ovvero lo stato di famiglia necessario per conoscere la composizione del nucleo familiare e la residenza, per i quali si procede in autocertificazione (in assenza dell’Anagrafe dei comuni). Ed è proprio sulla residenza che si rischia grosso e si gioca la partita principale. Gli enti locali sono già partiti al controllo delle false residenze, la cui variazione, in questi ultimi mesi, ha subito una rapida accelerazione; cambiamenti e spostamenti repentini alquanto sospetti fanno spontaneamente sorgere molti dubbi.
Tramite certificazione fai da te viene attestato anche il possesso dei requisiti sui beni durevoli, ossia moto e auto, andando verificata la cilindrata e l’anno di immatricolazione, in attesa della convenzione con l’Aci (per avere accesso alle banche dati, tuttora assente) e delle imbarcazioni da diporto.
Stando a ciò l’Inps, in attesa delle convenzioni con tutte le amministrazioni, liquiderà per quest’anno il reddito di cittadinanza senza verificare davvero il rispetto di alcuni requisiti che, appunto, saranno attestati in autocertificazione.
Infine è previsto un controllo successivo all’erogazione del sussidio anche da parte della Guardia di Finanza: sarà però un controllo campionario sulle voci non direttamente in possesso delle banche dati e ciò espone l’erogazione anche di questo, come per altri sussidi, al rischio di false dichiarazioni da parte dei furbetti.
BOOMERANG
Alla luce di tali mancanze e storture, appare chiaro e netto come la vicenda del reddito di cittadinanza rischi di trasformarsi in un pericoloso boomerang per il Movimento 5 Stelle. Questa manovra tra l’altro risulta assai pericolosa poiché stanzia fondi aggiuntivi per i programmi anti-povertà, ma la sua efficacia dipenderà in modo decisivo da miglioramenti significativi nei programmi di ricerca e formazione professionale. È più che mai viva e forte la preoccupazione che il Reddito di Cittadinanza rischi di incoraggiare il lavoro nero e creare delle vere e proprie “trappole” di povertà.
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