Revenge porn è reato: ecco cosa rischia chi infrange la norma


Il presidente Confcommercio Chieti Tiberio: "Legge necessaria"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
05/04/2019 alle ore 15:48



Il revenge porn è ufficialmente reato. Dopo giorni di scontri in aula, l’intesa è stata raggiunta con 461 voti alla Camera a favore e nessuno contrario. Un reato che trova tutti concordi nell’inserirlo nel codice rosso sulla violenza contro le donne. Il via libera della Camera è stato accolto tra gli applausi, con i deputati Fi e Pd che battevano le mani. Ora il provvedimento passerà al vaglio del Senato

Con questa norma, chiunque “invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda foto o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito di una persona senza il suo consenso, rischia da uno a sei anni di carcere e una multa da 5000 a 15.000 euro”. Stessa pena per chi riceva o acquisisca le immagini, le invii, consegni, ceda o diffonda senza il consenso dell'interessato per danneggiarlo. La pena aumenta se l'autore della vendetta è un coniuge (anche separato o divorziato) o un ex . 

“In Italia esisteva un vuoto normativo - dice a Impaginato il presidente di Confcommercio Chieti Marisa Tiberio, - e l'unica possibilità riconosciuta alle vittime era di far riferimento alla normativa dei reati di diffamazione,  estorsione e violazione della privacy.  Il Revenge porn è diventato un fenomeno che ha assunto dimensioni a dir poco preoccupanti, complice una presenza costante e massiccia dei social media nella vita quotidiana. Era necessario che anche l'Italia mettesse in campo una linea dura e adottasse normative ad hoc per contrastarlo e perseguirlo, così come hanno fatto altri Paesi quali la Germania, Israele, Regno Unito e 34 stati degli Usa”. 

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