Il siluro arriva direttamente da Roma ed è firmato da Matteo Salvini. Che accoglie la richiesta di soccorso degli alleati pentastellati: in Abruzzo vogliono la presidenza della Commissione di vigilanza, e lui li accontenta.
La Lega e il centrodestra scaricano Legnini e votano Pietro Smargiassi che secondo i Pentastellati doveva essere ripagato delle pene subite durante le Regionarie, escluso in prima battuta nonostante fosse uno dei più forti, l’unico con Pettinari in grado di recuperare maggiori consensi di Sara Marcozzi, e poi ripescato.
Colpito e affondato Giovanni Legnini, il leader del centrosinistra: gli accordi tra maggioranza e opposizione per gli organi di garanzia prevedevano infatti che fosse lui il predestinato ma poi qualcosa si inceppa, i Cinquestelle vanno a piangere a Roma sulla spalla di Di Maio che chiede al ministro dell’Interno di intervenire e lui da bravo papà interviene. Lunedì la Lega fa arrivare il messaggio anche agli azzurri, che avrebbero dato due voti all’ex vice presidente del Csm in cambio della cortesia usata per l’elezione di Lorenzo Sospiri alla presidenza del Consiglio e di Domenico Pettinari alla vice presidenza: contrordine ragazzi, guai a votare Legnini.
Insomma, gente di parola: un mese fa i Cinquestelle incassano i voti per Pettinari e poi, ieri reclamano il piatto pieno. E lo fanno con una piroetta degna del miglior Fregoli: in Abruzzo (finta) opposizione al centrodestra, a Roma alleati della Lega.
Il 13 marzo scorso tutto o quasi tutto era filato liscio come l’olio: Sospiri viene eletto con 26 voti su 31 votanti e 5 schede bianche, col centrosinistra che vota con la maggioranza di centrodestra che becca anche due voti dai grillini. Compatto il voto sui vice presidenti: quello indicato dalla maggioranza, Roberto Santangelo passa con 18 voti e l’altro, Pettinari, indicato dall’opposizione prende 13 voti, 6 del centrosinistra e 7 dai grillini.
Il secondo step è stato quello di ieri, con i Pentastellati che conquistano la Commissione di vigilanza. Peccato per il metodo: andare a piangere a Roma da quelli che in Abruzzo sono gli oppositori, non è proprio il massimo.
ps: Anzi, un inguacchio grosso, che dimostra purtroppo come l’unica opposizione in Abruzzo è ormai quella che sarà capace di fare il centrosinistra.
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