Berlusconi in campo più che una suggestione sembra una finzione. L’ultima possibile. Almeno nelle intenzioni dei Tajani, delle Ronzulli, delle Carfagna e di tutto il cucuzzaro che sta aggrappato come cozza allo scoglio.
Fuor di metafora, per il fondatore di Forza Italia, giusto un quarto di secolo dopo, il rischio vero è quello di un clamoroso flop. Di restare triturato dal prossimo voto europeo e disperdere il residuo di stima e di simpatia. Rischio che gli chiedono di correre per paura del baratro (elettorale). Per questo lo vogliono in campo. Per raschiare il fondo del barile. Fingendo di non vedere e di non sapere che l’appeal è evaporato. Che quello che fu il leader del Centrodestra è marginale e non più centrale.
Simulacro di un passato archiviato in ogni sua componente, il Cavaliere ottantatreenne arranca, fende i fan e racconta in sale sempre più piccole (per far sembrare sempre tanta la folla!) la solita storiella. Come un vecchio disco di vinile, propaga la melodia stridula della “rivoluzione liberale” prossima ventura. Con meno tasse e meno burocrazia e con l’immancabile riforma della giustizia.
Cioè tutto quello che in oltre dieci anni di suoi governi e vent’anni di presenza politica non è mai riuscito neppure ad imbastire, prima che molti di coloro che oggi ammiccano, l’applaudono e l’invogliano ad esserci, lo cacciassero con ignominia dal Parlamento. Parla Berlusconi, recita la sua filastrocca e si dice certo della vittoria. Che, se non fosse il 2019, chiudendo gli occhi e ascoltandolo potremmo illuderci di essere ancora nel 1994.
Neppure a Robert Zemeckis sarebbe mai venuto in mente di fondere “Ritorno al futuro” e “Forrest Gump”. Al Berlusconi stordito dall’orda di questuanti, si.
Chi lo circonda spera di salvare seggio e sedere. E sopratutto che non ci rifletta su e non ci ripensi. Spera che la suggestione permanga.
Dopodiché, è chiaro che il ridicolo che sta alle porte non ricadrà solo su di lui, sul simulacro del Cavaliere all’ultima crociata ma, si spargerà copioso su tutti coloro che gli hanno scodinzolato intorno. Con l’eccezione dell’incolpevole Dudù.
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