Niente transfughi, altolà della Lega


Ma in queste ore l'eterno candidato sta trattando anche con i Teddiboys (Gianni Teodoro e fratelli) per tentare di convincerli


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
02/04/2019 alle ore 07:57



Il primo paletto lo mette la Lega, e non è un paletto da poco: niente transfughi, noi non li vogliamo. E’ un altolà alla smania di vincere del candidato sindaco di Pescara del centrodestra Carlo Masci che sta aprendo le braccia a tutti, soprattutto agli ex della giunta Alessandrini transitati nell’Udc: ci sono Bruno, Pignoli, Padovano. Ma in queste ore l’eterno candidato sta trattando anche con i Teddiboys (Gianni Teodoro e fratelli) per tentare di convincerli a correre col centrodestra. No, proprio no: non accettiamo chi salta sul carro del vincitore, dice la Lega.

“Un paletto che riteniamo insuperabile è l’esclusione dalla coalizione di esponenti che hanno governato con il centrosinistra-amministrazione Alessandrini e in tal senso ci attendiamo dal candidato sindaco una presa di posizione chiara, inequivocabile e che non possa dare adito a interpretazioni né a posizioni equivoche, al fine di dare alla città un segnale autentico di cambiamento”, scrive il commissario della Lega Gianfranco Giuliante.

Non è campato per aria lo stop della Lega: le manovre del centrodestra sulle elezioni provinciali non sono piaciute per niente a Giuliante & c. Intanto le interferenze che sono arrivate dalla Regione: i boatos raccontano di una telefonata del presidente Marsilio ad esponenti pescaresi di Fratelli d’Italia perché intervenissero sul consigliere comunale (recentissimo acquisto del partito della Meloni) Fabrizio Rapposelli per convincerlo a votare i candidati di Forza Italia. Una manovra andata a vuoto solo per l’intervento di un consigliere leghista che ha detto a brutto muso a Marsilio di farsi gli affari suoi.

Alla fine quindi l’alleanza formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Udc alla Provincia vince ma resta fuori proprio la candidata di Cappelle dell’Udc, Cristina Di Stefano, che prende zero voti. E’ la prova che l’Udc non l’ha votata, preferendo dirottare i suoi voti sui candidati di Forza Italia. E infatti era proprio questo il patto stretto da Carlo Masci con i transfughi in vista delle elezioni del 26 maggio: a voi ex centrosinistra vi imbarco tutti nel centrodestra, a patto però che votiate i candidati miei alle Provinciali.

Un patto che ha fatto imbufalire i leghisti nostrani. Ma non è solo una questione di transfughi, l’altolà dei salviniani riguarda anche il programma, visto che le prime uscite di Carlo Masci e del responsabile provinciale Stefano Cardelli sono tutte sviolinate ai commercianti. E un po’ per le sviolinate e un po’ perché memori delle politiche passate dell’eterno candidato molto appiattite su movida e commercio (Cardelli è proprietario di uno stabilimento balneare), i leghisti hanno messo un altro paletto:

“Nessuna fuga in avanti per il rilancio del commercio – ha detto il consigliere comunale Marcello Antonelli, passato con la Lega da una decina di giorni e destinato a fare il candidato sindaco finché l’assegnazione della casella non è stata spostata su Forza Italia -ma decisioni ponderate e valutate con le stesse Organizzazioni di categoria e con gli operatori del territorio, con i quali c’è un dialogo aperto e franco, escludendo decisioni cervellotiche sulla mobilità e sulla viabilità cittadina. Quindi si ripartirà dai Daspo urbani al ripristino del rispetto delle regole che devono essere un punto di riferimento per tutti, perché è impensabile che i cittadini di alcune zone nevralgiche della città non abbiano il sacrosanto diritto di riposare a casa propria”.

Il messaggio è chiaro: il sostenitore della movida a tutti i costi dovrà fare i conti con la coalizione e con la Lega soprattutto. Che ieri sera ha ufficializzato i nomi dei candidati sindaci di Montesilvano, Ottavio De Martinis, e di Giulianova Pietro Tribuiani, e l’ingresso di altri consiglieri. Primo fra tutti Anthony Aliano, tornato nelle braccia di Salvini. Due sindaci in cambio di Pescara: il prezzo da pagare per far contento Carlo Masci, che nel 2003 fu battuto da Luciano D’Alfonso.

ps: E che oggi proprio D’Alfonso, grazie alle liti alle divisioni alla scelta di candidati deboli o poco credibili, gli sta servendo sul vassoio d’argento una vittoria sicura.

 

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