Prenotazioni chiuse. Liste d’attesa bloccate. Succede dappertutto, succede spesso. È assurdo, ancora più assurdo se accade a Ortona, nella Senologia d’Abruzzo, nell’ospedale ormai smantellato ma che ospita solo le eccellenze. Le mammografie? Impossibile prenotarle.
“Siamo in attesa che ci autorizzino ad accettare le prenotazioni a partire da gennaio 2019, tra un anno e mezzo”,
spiegano gli addetti all’accettazione. Nel frattempo agende chiuse. In attesa di che?
Non mancano i medici, manca la volontà, l’organizzazione, i macchinari. Mentre aumentano i casi di tumore al seno e quindi la prevenzione e il controllo diventano necessità. Eppure l’ospedale ormai ha ampi spazi vuoti, basterebbe poco, pochissimo. Basterebbe volerlo.
Un anno e mezzo sono un tempo interminabile, per chi ha un sospetto, o ha avuto un tumore, o è reduce da un intervento, soprattutto ora che gli specialisti impongono controlli almeno una volta l’anno per le donne over 50 anche in assenza di malattie.
Insomma, non è un bel biglietto da visita. Ma l’assessore si difende e difende la struttura:
“Intanto ci sono gli screening, ai quali possono accedere tutte le donne over 50. E poi – commenta Silvio Paolucci – Il cup processa circa 1.400.000 richieste in Abruzzo. E naturalmente le pazienti con patologie devono ottenere dal medico di base prescrizioni col codice specifico, che permette loro di accedere all’esame in tempi più veloci”.
Se non hai particolari problematiche, finisci nel listone. E accade che puoi aspettare anche tempi molto più lunghi.
“Per rendere meno problematica la prestazione e la prenotazione, occorrerebbe una migliore appropriatezza della domanda”, aggiunge Paolucci.
C’è anche da considerare che l’ospedale di eccellenza richiama, come è naturale, pazienti in misura maggiore di qualsiasi altro centro.
ps: Ma intanto le liste restano bloccate. E purtroppo gli screening non vengono incontro alle reali esigenze di prevenzione delle donne. Nè dal punto di vista dei tempi né della qualità. Succede a Ortona, Abruzzo.