La Versione di Garpez: a casa mia


Strozzati dal debito, si rischia di perdere il bene più prezioso, che dovrebbe essere assicurato a ciascuno di noi


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
01/04/2019 alle ore 11:58



Credo sia intellettualmente onesto evitare di chiudere gli occhi sulle enormi disuguaglianze economiche che, all’interno del nostro Paese, ci consegnano un desolante quadro di ghettizzazione sociale di alcuni cittadini rispetto ad altri. Non discuto i meriti di chi, attraverso percorsi di studio e lavoro intensi e logoranti, è riuscito ad assicurare a sé ed alla propria famiglia qull'esistenza libera e dignitosa che la nostra Costituzione riconosce tra i diritti inviolabili di ciascun individuo.

Non discuto (anche se non condivido affatto) alcune scelte politiche, talvolta risalenti e stratificate nel tempo, dirette ad assicurare ad alcune categorie di dipendenti pubblici lauti compensi onde evitarne fenomeni corruttivi. La fallacia di queste decisioni, d'altronde, mi pare sia sotto gli occhi di tutti, ogniqualvolta assistiamo alla compravendita di questo o quel magistrato, dirigente, colonnello o alto graduato della Finanza al fine di ottenere favori contrari alla legge.

Quindi, per favore, almeno niente ipocrisie.

Mi preoccupa, invece, il cittadino comune (anzi, la maggior parte dei cittadini comuni) che non ce la fanno a tirare avanti la baracca con appena 1.200 – 1.300 euro al mese (per i più fortunati). Ed allora, per garantire alla propria famiglia quella stessa esistenza libera e dignitosa di cui vi parlavo, si indebita con banche e finanziarie che, quando decidono di allargare i cordoni della borsa e concedere un mutuo o un finanziamento, applicano spesso interessi cui è difficile far fronte con il proprio stipendio.

Perché le spese aumentano. Sempre. Ma non i guadagni.

Ed allora, strozzati dal debito, si rischia di perdere il bene più prezioso, che dovrebbe essere assicurato a ciascuno di noi e che non dovrebbe mai essere messo in discussione: la casa. Non importa quanto piccola o modesta possa essere, ma il diritto ad avere un'abitazione decorosa dovrebbe costituire il principale interesse dello Stato nei confronti dei propri cittadini.

Con la conversione in legge 11 febbraio 2019, n. 12 del decreto legge 14 dicembre 2018 n. 135 (recante “Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione”) viene prevista una rilevante modifica di civiltà giuridica che interessa l'art. 560 del codice di procedura civile.

Si prevede, infatti, che il debitore che si trova costretto a subire una procedura esecutiva, specie se l’oggetto dell’esecuzione è costituito dall’abitazione principale dove vive con la famiglia, ha la garanzia di potervi permanere fino alla vendita.

La liberazione anticipata dell’immobile costituirà, da oggi in poi, una mera eventualità, ridotta ai casi in cui sia ostacolato il diritto di visita di potenziali acquirenti, quando l’immobile non sia adeguatamente tutelato e mantenuto in uno stato di buona conservazione, per colpa o dolo del debitore e dei membri del suo nucleo familiare, quando il debitore viola gli altri obblighi che la legge pone a suo carico, o quando l’immobile non è abitato dal debitore e dal suo nucleo familiare.

Finalmente.

 

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