Congresso sovranista della famiglia: perché sì


La versione di Carola Profeta


di Emma Derossi
Categoria: ABRUZZO
27/03/2019 alle ore 17:55



Congresso sovranista della famiglia: perché sì? Risponde Carola Profeta. 

Quali i pro e i contro della manifestazione?

Innanzitutto, sovranista è una definizione data dai giornali perché io non ci vedo nulla di sovrano. Come referente dell’associazione Noi per la famiglia per la Regione Abruzzo sarò presente a Verona e quindi non posso che dire che sono tutti pro e non ci sono contro poiché si vogliono semplicemente ristabilire dei princìpi etici che sono anche alla base della cultura europea, della cultura cristiana come la famiglia naturale fondata sul matrimonio (come tra l’altro anche la costituzione sancisce e non dobbiamo scomodare le religioni come qualcuno vuol far credere parlando di questo ritorno all’oscurantismo, al Medioevo, alla caccia alle streghe).

Si parlerà del principio che riconosciamo la famiglia in cui ci sono un uomo e una donna che si amano e creano la vita umana e del fatto che quello è l’unico modo che riconosciamo per dare vita. Parleremo della difesa della vita, dal concepimento fino alla morte naturale. Non vogliamo assolutamente parlare di eliminazione della legge sull’aborto e questo già di per sé potrebbe essere un fatto eclatante ma anzi, vogliamo dare piena applicazione all’art.1 che dice di mettere in atto a tutti i livelli istituzionali, tutte le forme di tutela per una madre e il suo bambino affinché possa fare una scelta diversa rispetto all’aborto. Siamo a favore della vita, così come quando siamo contro la liberalizzazione delle droghe leggere perché per noi non esistono droghe leggere e droghe pesanti, poiché degli effetti nefasti ne parlano anche il Ministero della Sanità e tutti gli studi sociali e, soprattutto, siamo contro la legge sul testamento biologico: pensiamo che togliere acqua e alimenti a un malato terminale non sia esattamente il modo giusto per trattare una persona nella sua dignità. Siamo certi che la vita venga da Dio e Lui decida quando darla e quando toglierla”. 

Il tema dei diritti civili è stato usato male dalla sinistra? 

È stato usato male perché sono d’accordo su quanto dicono Salvini e la Meloni...secondo me lo Stato non deve entrare nei sentimenti. Non si può legiferare in materia sentimentale. Invece, a mio avviso, la legge Cirinnà ha voluto fortemente e ideologicamente fare un passo del genere. Siccome i diritti le coppie omosessuali già li avevano, siamo convinti che la legge Cirinnà, per esempio, miri a legittimare le adozioni (omosessuali) poiché in Italia l’utero in affitto e il traffico dei gameti (quindi la possibilità per due uomini e per due donne di avere un figlio) sono vietati dalla legge e quindi devono andare fuori. Abbiamo visto come la giurisprudenza nel momento in cui la coppia è sposata, per tutelare i diritti del bambino ha cominciato a rendere normale che queste coppie vadano a prendersi i figli fuori dall’Italia e quando tornano vengano legittimati. Questo infrangendo la legge perché esiste un articolo che dice che gli unici che possono iscrivere all’anagrafe il bambino sono i genitori o coloro che hanno un rapporto di filiazione naturale quindi un secondo papà o seconda mamma non possono avere una filiazione naturale con quel bambino, lo dicono la natura e la scienza. Quindi l’hanno pensata male perché hanno voluto legittimare i matrimoni ma di per sé, per agevolare le adozioni e questo continua a non pagare. Ristabiliamo la sacrosanta battaglia che ogni bambino ha diritto di avere una mamma e un papà e aggiungo quantomeno di sapere chi siano i propri genitori naturali. 

Perché oggi c'è un ritorno al grande ombrello dei valori tradizionali? 

Perché probabilmente ci si è cominciati a rendere conto che dal ’68 in poi con la battaglia sui diritti, sull’autodeterminazione, soprattutto della donna, si sono sconfessati molti equilibri. Penso che oggi, parallelamente a un cambio di passo politico, c’è un cambio di passo anche di presa di coscienza. Se il centrodestra continua a vincere considerando che sposa queste tematiche che verranno anche portate al Congresso e i massimi esponenti saranno presenti, evidentemente le persone che li votano si riconoscono in queste battaglie, in questo ritorno ai temi tradizionali. Il popolo italiano è sempre stato legato alla vita, alla famiglia…li stiamo solamente riscoprendo perché un po’ il pensiero unico, l’eccessivo individualismo, l’autodeterminazione a tutti i costi hanno esagerato nel loro messaggio e forse la gente si è resa conto che probabilmente fine e messaggio erano giusti ma sono stati utilizzati strumenti sbagliati. Ecco perché lungi da noi pensare, come è stato scritto e detto, che vogliamo relegare la donna ai lavori di casa, che deve essere sottomessa e deve tacere perché non è così. Quel che diciamo è che il ruolo della donna nella nostra società è cambiato e di paripasso, probabilmente non c’è stata l’evoluzione dell’uomo: ecco perché tanti femminicidi, crimini familiari. Non perché la donna abbia giustamente trovato il suo spazio ma perché forse anche questa battaglia è stata troppo strumentalizzata e ridicolizzata, a volte. Non trovo nulla di male nel fatto che una donna per amore decida di stare a casa, non lavorare e prendersi cura della propria famiglia. Se una vive una cosa del genere è una donna antica, sottomessa, bigotta. Conosco moltissime famiglie dove la donna sta a casa e il marito lavora. Tra l’altro vogliamo, soprattutto in questo congresso, che ci siano pari diritti e pari doveri, pari possibilità per le donne che vogliono lavorare ma che vogliono avere anche dei bambini, quindi lo Stato si deve fare promotore e difensore della possibilità che una donna ha di lavorare e al contempo prendersi cura della propria famiglia. Quella è la vera rivoluzione, non donne a casa o donne lavoratrici, non dev’essere un sacrificio, deve essere una scelta ma bisogna che lo Stato dia le possibilità. 

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