Se è una strategia non si capisce dove abbiano studiato siffatti strateghi.
Perchè sembra impossibile ma, siccome a volte ritornano, ecco che si ricomincia con Luca Casarini e coi suoi proclami. Un già visto che riciccia. Con questa singolare figura di rivoluzionario "risi e bisi" che, non sappiamo quanto inconsapevolmente, tira la volata a Matteo Salvini. L'unico a guadagnarci.
Una sinistra vuota, senza progetti e senza idee, dimentica il suo ministro Minniti e s'accoda ai lamenti buonisti con l'appello di 'margherita' Franceschini, passato in un batter d'ali da Renzi a Zingaretti. Solita solfa, si dirà. Solita pesca delle occasioni e nient'altro. Verissimo. Anche perchè solo così può spiegarsi il ritorno in auge di un personaggetto come Casarini. Che, nuovamente protagonista, se la gode dalla tolda della nave di cui è "capo progetto". La furbata è tutta sua: sbarcare a Lampedusa i clandestini raccolti a 5 miglia dalle coste della Libia. È giusto che sia sua anche la scena.
Il barricadiero parolaio veneto, trapiantato a Palermo, ritrova insperata notorietà e attenzione come ai bei tempi andati. Quando guidava gli scontri dei suoi no global. Col di più di ritrovarsi pure 'Repubblica' al suo fianco. Che subitamente lancia un rauco ululato contro tutti i cattivi e tutti i disumani al governo e che, però, rischia seriamente di finire con l'avere più giornalisti in redazione che copie vendute in edicola.
Se è una strategia non si capisce dove abbiano studiato siffatti strateghi.
Non si comprende davvero la deriva "tafazzista" che avviluppa le menti della sinistra italiana. Passi per quella antagonista votata alla marginalità. Ma, come possa -q uella che dovrebbe essere intrisa da cultura di governo - sposare ogni causa persa è davvero un mistero. Così come misterioso appare il sostegno, in avvio della campagna elettorale per le europee, proprio al demagogo Casarini e ai suoi 'disobbedienti', infoiatissimi dalla possibilità di provocare una qualsiasi reazione del Ministro dell'Interno e del governo gialloverde.
Non è certo quel segno di vitalità e di intelligenza politica che ci si sarebbe potuti attendere dal nuovo Pd di "zeppola" Zingaretti. Va bene la derenzizzazione ma, che senso ha appiattirsi a quella sgangherata galassia? Tutto vento nelle vele di Salvini che, infatti, in cuor suo ringrazia e va avanti.
Se è una strategia non si capisce dove abbiano studiato siffatti strateghi.
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