Tra i milioni di processi civili pendenti, credo che una buona parte di essi abbia ad oggetto i giudizi di separazione e di divorzio (tecnicamente: cessazione degli effetti civili del matrimoni) non consensuali e le relative questioni patrimoniali e di affido dei figli minori.
In tutti questi casi, come ho già avuto modo di riflettere con voi, i reali soggetti deboli sono proprio i figli di tutte quelle coppie concentrate più nel dare battaglia all'ex coniuge, avvalendosi di capaci Avvocati esperti in diritto matrimoniale che giocano una partita psicologica a colpi di diritto, piuttosto che nel sedersi vicino alla loro prole, cercando di far capire loro che nessuno dei due genitori ostacolerà il rapporto con l'altro, essendo semplicemente venuta meno l'iniziale prospettiva di una vita in comune.
Riservando ad una nostra chiacchierata futura l'aspetto strettamente inerente ai diritti ed ai doveri verso i figli in caso di separazione e divorzio, vorrei qui fare brevemente fare cenno sull'aspetto squisitamente economico della crisi coniugale, oggetto di recenti pronunce giurisprudenziali e che spesso difetta di chiarezza proprio nel rapporto tra Avvocato e cliente, creando spesso aspettative illusorie.
Anzitutto l' “assegno di mantenimento” e l' “assegno di divorzio” hanno natura e funzione diverse. Mentre l'assegno di mantenimento, che viene stabilito dal giudice in sede di separazione, è rivolto a eliminare e compensare ogni differenza economica tra marito e moglie affinché i due continuino a godere del medesimo tenore di vita (tenendo conto sia delle spese che i coniugi sono chiamati ad affrontare con la separazione, sia delle eventuali utilità di cui dispongono), l' “assegno di divorzio”, che viene stabilito nella sentenza che dichiara la definitiva cessazione degli effetti civili del matrimonio, ha solo una funzione “assistenziale”: serve cioè a garantire, al coniuge che non può mantenersi da solo, l’autosufficienza economica.
Viene quindi meno il dovere di garantire lo stesso tenore di vita del matrimonio che investe solo la fase successiva alla separazione e anteriore al divorzio. Ecco perché spesso l'assegno di mantenimento ha un importo più elevato di quello di divorzio.
Badate bene però. Anzitutto il coniuge che chiede l’assegno di mantenimento deve dimostrare di essere nell’impossibilità di procurarsi un reddito. Anche se disoccupato deve dare prova di aver cercato un’occupazione e che il suo stato di indigenza non dipende da propria inerzia.
In secondo luogo, nella determinazione dell’assegno divorzile spettante al coniuge economicamente più debole, occorre tenere conto del contributo fornito da quest’ultimo alla formazione del patrimonio familiare, della durata del matrimonio e delle aspettative professionali sacrificate durante le nozze. Come vedete, c'è qualcosa di molto più stressante che preparare un matrimonio.
Organizzargli il funerale.
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