Giunta e giochetti da vecchia politica: ma non doveva essere un mondo nuovo?


Saremo sempre tribuna libera per alzare un dito ed eccepire, quando ce ne sarà l'esigenza. Come in questo caso


di Raffaele de Pace
Categoria: ABRUZZO
15/03/2019 alle ore 10:18



L'idea non era malvagia: essere in forte discontinuità con il dalfonsismo che ha imperato nell'ultimo decennio in Abruzzo. Il problema è che la Giunta Marsilio non sembra essere partita col piede giusto: prima le infinite impuntature sulla definizione di assessori e protetti, poi la rottura in Azione Politica con la questione Santangelo, infine (dulcis in fundo) le dimissioni del sindaco Biondi. 

Nel mezzo vertici notturni, telefonate romane e negoziazioni più da suk arabo che da amministrazione alle prese con mille emergenze (e qui ce ne sono mille e una...). Che scenario appare a quell'elettorato poco avvezzo alle dinamiche partititche o allo stantìo gioco di veti e controveti?

Un gattopardesco film che si ripete, un déjà-vu di anticamere e vicoli ciechi: al pastore della Marsica, allo studente aquilano costretto a mille gimkane in autobus, al commerciante pescarese alle prese con la concorrenza cinese, all'imprenditore che deve inventarsi un miracolo al giorno per far spostare le sue merci in una terra di no e veti ideologici, non gliene può importare di meno di come compensare una nomina o del perché il sindaco aquilano fa un passo indietro perché, evidentemente, ha altri obiettivi che non siano quelli di amministrare la città per cui è stato eletto.

La gente d'Abruzzo (e d'Italia), quella che produce, quella che si fa un mazzo così dalla mattina alla sera, quella che con la partita iva non può permettersi di avere un mal di testa, quella che ha un diavolo per capello vedendo quanti soldi pubblici saranno buttati in misure assistenziali anziché nello stimolare nuovi investimenti, vuole risposte serie e non giochetti da vecchia politica.

Certo, il tempo per rimediare non manca. Ma come inizio non è edificante. Da queste colonne abbiamo avanzato molte critiche (nel merito e mai personali) contro un modo di fare politica che ritenevamo poco foriero di buoni frutti per l'Abruzzo.

Oggi l'auspicio è che lo schema cambi. Ma saremo sempre tribuna libera per alzare un dito ed eccepire, quando ce ne sarà l'esigenza. Come in questo caso.

 

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