L'inguacchio dei supplenti, maggioranza senza numeri


Regione Abruzzo: una lacuna grossa come una casa


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
12/03/2019 alle ore 08:29



Una lacuna grossa come una casa, che farà sentire i suoi effetti proprio oggi, il giorno dell’insediamento del nuovo Consiglio regionale. E’ appesa a un filo l’elezione di Lorenzo Sospiri a presidente del Consiglio regionale e di tutto l’ufficio di presidenza, un filo che rischia di spezzarsi se i tecnici della Regione Abruzzo non hanno previsto le incognite della legge approvata ad agosto scorso, e piena zeppa di clamorosi buchi. 

E un precedente, per la verità, di non perfetta conoscenza della legge, si è verificato quando la nuova maggioranza di centrodestra, al momento della nomina della giunta, ha manifestato la volontà di allargare il numero degli assessori da sei a otto: impossibile, secondo la legge 138 del 2011, che prevede per chi non la rispetta anche sanzioni durissime. Ma loro non lo sapevano.

L’insidia adesso è proprio nella figura dei consiglieri supplenti, quelli che dovrebbero entrare in Consiglio regionale al posto degli assessori perché, viene stabilito dalla legge di agosto scorso all’articolo 2, “la carica di assessore regionale è incompatibile con la funzione di consigliere”.

Incompatibile, quindi: e siccome gli assessori sono stati già belli che nominati, oggi la maggioranza di centrodestra dispone di cinque voti in meno (il sesto è un assessore esterno) e stando così le cose, non sarebbe in grado di eleggere il presidente del Consiglio regionale, né l’Ufficio di presidenza: non avrebbe i voti sufficienti. Allo stesso modo oggi, la prima seduta dell’assemblea legislativa, non potrebbe essere presieduta dalla consigliera Nicoletta Verì, che nel frattempo è diventata assessore e sarebbe quindi incompatibile.

Possibile? Certo. La legge è lacunosa ma dice espressamente che

“la nomina di un consigliere regionale alla carica di assessore ne determina, al momento dell’accettazione, la sospensione dalle funzioni di consigliere”.

Gli assessori che saranno presenti oggi in Consiglio regionale, quindi i vari Emanuele Imprudente, Nicola Campitelli, Nicoletta Verì, Mauro Febbo, Guido Quintino Liris (Piero Fioretti è un esterno e per lui il problema non si pone), lo saranno in veste di consiglieri o di assessori?

Ne va della nomina di Lorenzo Sospiri ma non solo: anche della legittimità del consiglio regionale.

Di fatto, la giunta si è insediata: il presidente Marco Marsilio ne ha dato notizia con comunicati ufficiali, foto e interviste. Qualcuno ha già messo in atto iniziative assessorili, come Mauro Febbo che ha convocato gli assessori al Turismo delle altre regioni. C’è addirittura una foto che ritrae Marsilio e gli assessori insieme alla segretaria di giunta Daniela Valenza. Insomma, è pacifico: sono tutti assessori.

Ma forse manca un tassello, che è quello al quale potrebbero attaccarsi presidente e giunta: la legge infatti parla espressamente di “accettazione della nomina”, come se il decreto Marsilio dovesse essere controfirmato per accettazione, magari anche per evitare che ci siano cause di incompatibilità. Sarebbe comunque una prassi anomala, anche perché hai voglia a controfirmare: se hai partecipato a una riunione di giunta ordinaria con tanto di convocazione e comunicato, siamo di fronte alla accettazione di fatto.

Questa sarebbe l’unica via di uscita, perché la surroga dei consiglieri e quindi i nuovi 5 che entreranno in Consiglio al posto dei membri dell’esecutivo, è prevista in una fase successiva, in un nuovo Consiglio: di fatto all’ordine del giorno di quello odierno, non c’è. Sono invece previsti: la costituzione dell’ufficio provvisorio di presidenza, l’elezione del presidente del Consiglio regionale, l’elezione dei due vice presidenti del Consiglio regionale, l’elezione dei due consiglieri segretari del Consiglio regionale, le comunicazioni del presidente della Regione Marco Marsilio in ordine alla composizione della giunta e presentazione del programma.

Quindi sui consiglieri supplenti, nisba.

Come farà la maggioranza di centrodestra a uscire da questo ginepraio? Ha due strade davanti: o dirà che gli assessori non hanno ancora accettato le nomine (argomento facilmente confutabile ma facile come via di fuga), oppure dovrà presentare una inversione dell’ordine del giorno, e posticipare l’elezione del presidente del Consiglio regionale alla surroga degli assessori). A meno che la lacunasia stata espressamente voluta: per favorire l’accordo tra minoranza e maggioranza sulla nomina del Presidente del Consiglio, che è figura di garanzia (in fondo, come la Casellati, espressione della minoranza). Ma questa è fantapolitica, davvero.

ps: Insomma, un inizio in salita. Ripida.

 

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