Tutti i rischi di Zingaretti e del partito-dinosauro. Parla Vicini (+Europa)


"Le europee? Noi col nostro simbolo ma non si escludono alleanze. Calenda? Mancano contenuti"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
11/03/2019 alle ore 15:11



Dopo la vittoria di Nicola Zingaretti (eletto neo segretario del Pd) con un’affluenza molto consistente alle primarie (1,7/8 mln di votanti), il Partito democratico si incammina verso un nuovo percorso. Ma cosa accadrà al Pd derenzizzato? Quali le vere novità? Impaginato.it ne ha parlato con la referente aquilana di Più Europa, Elisabetta Vicini. 

Si ritorna al partito dei dinosauri, con la cerniera col sindacato e le alleanze con Leu e bersaniani? 

Il rischio di tornare indietro piuttosto che procedere in avanti è alto. Mi sembra ormai delineato il percorso di rientro nel Pd di Leu e delle forze che avevano preso le distanze dal renzismo. Fatto che, in senso assoluto, non reputo negativo, ma che dovrebbe procedere con una politica di più ampio respiro, proiettata all'esterno del partito. 

Ma allora dove sarà la vera novità?

Il Pd, in questi anni, si è arrovellato su stesso, è imploso nelle sue dinamiche interne e ha perso aderenza con la realtà. Non mi preoccupano tanto le forze di cui il Pd tornerà a comporsi, quanto il metodo con cui si presenterà agli alleati e ai cittadini.
Sarà responsabilità del neoeletto segretario aprirlo all'esterno e ritrovare il senso della politica, quello cioè finalizzato al benessere della collettività. Credo che le capacità di Zingaretti andranno misurate su questo. Spero che la novità venga impressa dagli obiettivi che questa forza politica sarà in grado di darsi, dai percorsi che intenderà promuovere e dalle priorità che si saprà dare.

Più Europa è interessata a un'alleanza con il Pd, non solo per le europee?

Per il 26 maggio +Europa è intenzionata a presentare il proprio simbolo, come indicato dal Congresso. Ciò non esclude comunque che possibili alleanze in un'aggregazione più ampia, come proposte da Calenda e da Zingaretti, siano ovviamente oggetto di massima attenzione e valutate per verificare le compatibilità con il progetto liberale e democratico di Più Europa. Questo vale per le europee e per gli appuntamenti futuri. 

Come giudica il progetto di Calenda? 

Vedo un manifesto, non un progetto. Condivido la battaglia ideologica per un fronte antisovranista, ma mancano ancora i contenuti su cui articolare la proposta. Questo mi lascia delle perplessità visto che la data delle europee si avvicina a passi da gigante. 

Lo schema-Legnini in Abruzzo crede potrà essere replicato a Roma?

Non vedo proprio come e soprattutto perché. Quello che è accaduto nel centrosinistra abruzzese in questa competizione elettorale rappresenta un unicum, non riproducibile e non esportabile. La coalizione che si è raccolta attorno a Giovanni Legnini lo ha fatto in ragione della sua figura. Buona parte dei candidati non avrebbe neanche partecipato alla competizione se il candidato presidente fosse stato un altro. È stata una lotta per salvare il salvabile, per arginare e limitare il più possibile la prevedibile debacle. Forse, in questa occasione, non si poteva proprio fare di più. In prospettiva, però, ritengo che l'approccio debba essere quello della proposta politica, non della scialuppa di salvataggio. Una proposta credibile, vincente, perché capace di dare risposte alle esigenze delle persone. È su questo che si deve costruire. 

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