Non è credibile la crisi. Anche se tutto è possibile. Perché chi la provoca non ci guadagna. E potrebbe addirittura, nel ricevere i peana delle elitè, alienarsi le simpatie popolari così faticosamente conquistate.
Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno un patto. Un patto d'onore. Roba d'altri tempi, si dirà. E però, è questo che li unisce. Patto la cui genesi è da ricercarsi nel voto prima promesso e poi mantenuto per la presidenza della Camera.
Rompere quell'accordo di governo e mandare tutto a carte quarantotto è certamente possibile (perché in politica tutto è possibile) ma, la domanda è: a chi gioverebbe? È la stessa che si sono fatti i pentastellati che hanno compreso che il cerino resterebbe al leader leghista. Mentre loro potrebbero addirittura aver l'occasione di interrompere l'emorragia di consensi.
È il Capitano che deve decidere cosa fare. Certe sirene, interne e internazionali, lo spingono a rompere. Ma, siccome ha dimostrato di non essere un fesso starà soppesando con attenzione costi e benefici. Il pallino o cerino è in mano sua. E le domande cui rispondere sono semplici.
Può Salvini, che si è accreditato giorno dopo giorno come politico concreto e affidabile, mandare all'aria un esecutivo che sta contrastando efficacemente clandestinità e criminalità, che ha cominciato a cassare la Fornero approvando "quota 100" e che col reddito di cittadinanza fa intravedere una possibilità a milioni di disoccupati disperati?
Può, Salvini, sfasciare tutto per un'opera mai cominciata e rivolta al passato (com'è la linea merci chiamata arbitrariamente Tav) e lasciare nel limbo tutte le necessarie, urgenti opere pubbliche capaci di rimettere in sicurezza ogni obsoleta infrastruttura nazionale?
Ma, soprattutto: può Matteo Salvini spezzare un patto di lealtà che gli garantisce grande libertà d'azione per ritornare tra le braccia asfissianti di Berlusconi e Letta, di Gelmini e Prestigiacomo e Micciche' e di quant'altri sono saliti sulla Diciotti per spargere il veleno buonista e magari processarlo?
No, non è credibile. Anche se tutto è possibile.
L'innocente