Abruzzo, già bocciata l'allarga-giunta


Non è possibile tornare indietro e portare gli assessori da sei a otto perché lo vieta la legge


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
08/03/2019 alle ore 07:47



Ma quale allargamento della giunta, ma quale modifica dello Statuto: il primo annuncio fatto dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio per rabbonire Gianluca Zelli non si regge in piedi. Non è possibile tornare indietro e portare gli assessori da sei a otto perché lo vieta la legge. E’ il primo ostacolo sul percorso della nuova maggioranza di centrodestra che a caldo, il giorno dell’ufficializzazione degli assessori, aveva annunciato l’aggiustamento salva-Zelli. 

Il divieto della legge 138 del 2011 è chiarissimo, e per chi non lo rispetta sono previste sanzioni e di quelle dure, come il blocco dei trasferimenti. La stessa legge che aveva previsto il taglio dei consiglieri e degli assessori e che lo scorso mese di agosto maggioranza & opposizione (quasi tutta) hanno modificato, anzi aggirato con l’introduzione dei consiglieri supplenti degli assessori, per i quali adesso l’Ufficio di presidenza che sarà eletto martedì prossimo nel corso del primo Consiglio regionale, dovrà trovare i soldi per gli stipendi. Perché l’aumento da 31 a 36 consiglieri è stato possibile solo a condizione di parità di spesa.

E allora le strade sono quattro: o la riduzione delle indennità dei consiglieri (sia di maggioranza che di opposizione, compresi i 5 stelle che già si tagliano gli stipendi), più difficile da conseguire; o il taglio delle spese dei gruppi, che ammontano a 57 mila euro l’anno per ogni consigliere solo per le spese del personale e altri 7 mila per le spese di funzionamento, quindi in totale 64 mila euro per ogni consigliere regionale; oppure la riduzione delle spese del consiglio regionale, ma la riduzione in questo caso dovrà riguardare le spese strutturali, cioè quelle che durano nel tempo, tipo i turnover del personale; oppure ancora, la riduzione dovrà essere spalmata su tutte e tre le voci precedenti.

E considerato che gli assessori da surrogare sono cinque (uno è esterno), e che lo stipendio base è di 6.600 euro al mese lordi più i rimborsi spese che variano da 4.100 a 4.500 a seconda della residenza del consigliere (più si allontana dall’Aquila più soldi prenderà), somme alle quali si dovranno aggiungere le indennità di funzione (a seconda degli incarichi che i supplenti riceveranno: capigruppo, presidenti di commissione ecc.), il totale è ancora tutto da stabilire. Una spesa che potrebbe aggirarsi sui 700 mila euro l’anno e che da qualche parte dovrà uscire.

Da dove, lo deciderà l’Ufficio di presidenza, non prima del 19 marzo, prima seduta utile dopo l’insediamento, e quindi non proprio in tempo per pagare lo stipendio di marzo. Alla fine, l’unica cosa che potranno inventarsi per ricavare un altro strapuntino, è prevedere la surroga anche per la carica di sottosegretario: ma in questo caso significherebbe davvero attaccarsi alle briciole.

Nel frattempo, Marsilio dovrà decidere dove si stabilirà: con lo sfratto degli uffici della giunta da viale Bovio per problemi di sicurezza, la tentazione è di spostare l’esecutivo negli uffici dell’Aptr, vicino alla stazione centrale di Pescara, oppure di fare a cambio con gli uffici del Consiglio regionale di piazza Unione. Un bel dilemma. Da parte dei nuovi assessori è intanto partita la caccia alle stanze: la più bella, la più ariosa, quella più riservata, quella con vista.

 

ps: E in questo caso, la misura del potere va a metro quadro: più ne hai, più conti.

 

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