Lea, con le nuove griglie Abruzzo a picco


La magra consolazione sbandierata a destra e a manca in campagna elettorale dall'assessore alla Sanità Silvio Paolucci


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
02/03/2019 alle ore 10:49



Altro che Abruzzo al top per i Lea. La magra consolazione sbandierata a destra e a manca in campagna elettorale dall’assessore alla Sanità Silvio Paolucci per magnificare la sanità abruzzese, è destinata a rivelarsi un bluff.

La prima sperimentazione del Ministero della Salute sul nuovo modello di verifica dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (che dovrebbe entrare a regime nel 2020), inserisce l’Abruzzo tra le regioni che non sono in grado di garantire i Lea. Per carità, sarebbe in buona compagnia, visto che il 60 per cento delle regioni non riuscirebbero a raggiungere neppure la sufficienza, e cioè ben 12 regioni su 21. Uno shock quello che emerge dalla prima sperimentazione, anticipata da Quotidiano sanità, del nuovo sistema di garanzia dei Lea approvato a dicembre scorso. 

Ma questo tradisce la situazione drammatica in cui si trova la sanità abruzzese, con una fotografia ben diversa da quella rappresentata fino ad oggi dalla giunta regionale a guida Luciano D’Alfonso, basata sull’attuale griglia Lea, secondo la quale tra l’altro le Regioni inadempienti sarebbero solo due.

Secondo la nuova griglia invece, al top si attesterebbe il Piemonte, seguito da Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Da notare come tutte queste regioni, seppur con posizioni differenti siano in ogni caso tra le migliori anche secondo la Griglia Lea 2016 (che non misurava le Regioni a statuto speciale).

Tutte le altre 12 regioni non sembrano invece in grado di garantire i Lea. Tra le regioni vicine alla sufficienza ci sono Friuli Venezia Giulia (che non raggiunge la sufficienza solo sull’attività di prevenzione), il Lazio (insufficiente solo nell’attività distrettuale). Scendendo la graduatoria troviamo poi l’Abruzzo (appena sotto la sufficienza per l’attività distrettuale e ospedaliera), cui segue la Puglia (che è appena sotto la sufficienza in tutte e tre le aree).

A seguire poi c’è un altro sottogruppo di 3 regioni che si collocano tra il 4 e il 5 come valutazione complessiva e cioè Basilicata, Calabria (che nella griglia Lea 2016 era invece penultima) e Sicilia.

Infine ci sono le 5 peggiori che hanno dati con dati più negativi soprattutto per l’assistenza territoriale con punteggi molto bassi: Valle d’Aosta e Pa Bolzano (sufficienti entrambe solo per l’ospedaliera), Molise e Sardegna (sufficienti solo per la prevenzione) e infine la Campania che non riesce a conquistare la sufficienza in nessuna delle tre aree.

Un problema, per il piano di rientro della sanità: l’Abruzzo, appena uscito dal commissariamento, aveva avviato un percorso che le avrebbe consentito nel giro di qualche anno di uscire dal piano di rientro (e, anche di eliminare l’Irpef). E i Lea, fino a questo punto rappresentavano l’unico punto positivo sottolineato dal Ministero nei vari report dei Tavoli di monitoraggio. Adesso però cambia tutto: e per la Sanità abruzzese è un’altra terribile battuta d’arresto.

 

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