Ortona, che succede se la Giunta si aumenta lo stipendio?


E il consigliere Di Nardo: "Dimettiamoci tutti"


di Emma Derossi
Categoria: ABRUZZO
25/02/2019 alle ore 18:56



Caos a Ortona dove il consigliere Angelo Di Nardo, capogruppo comunale di Fratelli d’Italia, Lega e Lista Libertà e Bene Comune per Ortona, ha denunciato che la giunta comunale intenderebbe aumentare i propri stipendi tramite provvedimento, destinando 211 mila euro, per l’anno 2019, al capitolo di bilancio “Organi istituzionali”. 

L'ACCUSA

Tutto ciò contro i 139mila euro dello scorso anno. Di Nardo ha quindi invitato tutti i consiglieri, sia di maggioranza sia di opposizione a incontrarsi lunedì 25 febbraio ore 12 da un notaio per rassegnare le dimissioni.

Tra l’altro Di Nardo non è contrario per principio all’aumento degli stipendi dei consiglieri, ma “quello che Castiglione e la sua giunta non capiscono, dimostrando distanza e disinteresse rispetto alle ragioni dei cittadini, è che in una fase di generale difficoltà economica e alla luce dell’operato di un’amministrazione che non è riuscita a intervenire sulle principali criticità del territorio, si sono prodotte ricadute negative in termini di servizi e qualità della vita che non giustificano in alcun modo l’aumento degli stipendi a favore dei membri dell’esecutivo”. 

LA DIFESA

Il sindaco Leo Castiglione e la giunta si sono difesi spiegando che “l’aumento è in realtà il ripristino della situazione delle indennità prima del luglio 2015, quando dopo una prima riduzione del 10% nel 2013 rispetto alla tabella ministeriale fissata dal D.Lgs. n.119 del 4/04/2000, la faida interna al Pd consumatasi nell’amministrazione D’Ottavio aveva portato i consiglieri della stessa maggioranza a tagliare ulteriormente i compensi al solo scopo di togliere dignità alla giunta di allora. Forse le disfunzioni e la cattiva amministrazione che ha subito questa città negli anni passati sono il frutto di un impegno solo part-time degli amministratori, favorendo invece solo chi aveva un vitalizio già acquisito”. 

I COMMENTI

A Impaginato parlano il presidente di Noi per la Famiglia Carola Profeta e il coordinatore del Movimento Italica Alberto Di Giandomenico.  

Profeta: “Penso che i compensi degli amministratori dovrebbero essere direttamente proporzionali ai risultati ottenuti in termini di buon governo della città, di servizi ai cittadini e di crescita. In un contesto economico come quello che stiamo attraversando, è un segnale di arroganza e di prepotenza. Leggo che il capitolo di bilancio sugli organi costituzionali lieviterà da 139 mila euro a 211 mila euro. Invito il sindaco e la sua giunta a destinare quei 72 mila euro per il sostegno delle famiglie di Ortona, magari quelle più bisognose. Non sono contraria in linea di principio per un giusto e adeguato pagamento dei compensi a chi fa politica e a chi amministra, ma come ho detto all'inizio, a mio avviso devono essere meritati rispetto ai risultati ottenuti”.

Di Giandomenico: “Ciò che è accaduto a Ortona accadde anche qui in Valle Peligna, a Pratola per l’esattezza, dove il sindaco si aumentò lo stipendio, però con una giustificazione più che valida. Il sindaco, allora dipendente della Asl (e lo è tuttora) prese un’aspettativa. Quindi, avendo uno stipendio diverso da quello che aveva in Comune, ha dovuto un attimo equiparare le cose. In quel caso si può essere d’accordo perché avendo dato disponibilità a tempo pieno, è giusto percepire quel che si percepiva prima o perlomeno una cifra consona alle proprie responsabilità. Il problema di Ortona è che non è così. Da ciò che sento e leggo, la giustificazione del sindaco è la scarsa attenzione amministrativa degli assessori. Dice che siccome prendono poco, c’è scarsa attenzione. Questa è una baggianata di quelle enormi. Non si può giustificare una cosa del genere. Il fatto di essere sindaco, assessore ecc. è un atto di civiltà nei confronti del proprio Paese, ed è giusto venga retribuito ma non si può giustificare un aumento di stipendio soltanto per la scarsa attività amministrativa. È una cosa che non sta né in Cielo né in Terra e certamente non fa bene alla città, al Paese e nemmeno a loro stessi che si sono messi un marchio addosso”. 

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