Stelle cadenti, potere al popolo e sovranità. Se tanto mi dà tanto allora siamo in presenza di due indizi che, alla prossima occasione, potrebbero diventare una prova. Il crollo del M5s in Abruzzo è stato seguito da quello in Sardegna: è un fatto e non un'opinione, né un giudizio su questo o quel provvedimento. E camuffarlo da altro non è intellettualmente onesto.
Il voto popolare sta dando un segnale. Sull'isola si sta strutturando un altro scenario, dal sapore passato: sta tornando il bipolarismo Libdem vs Destracentro?
Vuoi vedere che gli italiani, che prima di capire cosa stanno mangiando devono farsi venire l'indigestione, hanno focalizzato che il cambiamento solo a parole produce ministri come Toninelli e Lezzi, o pseudo leader come Di Battista o presidenti della Camera che faticano a produrre un italiano degno dello scranno occupato?
Che il movimento nato in rete per prosciugare la rappresentatività delle sedi istituzionali rappresenti una parentesi, destinata a chiudersi? Forse, anche se nessuno sa con certezza quando.
Ciò che emerge, in Abruzzo come in Sardegna (passando per Bari dove le primarie per il candidato del centrodestra sono state vinte da un ex Pd sostenuto dal mondo civico, contro i colossi di Lega e Fdi) è la voglia di politica. E solo di quella, senza la tonnellata di retorica che il M5s ha spruzzato per strade e circoli romani negli ultimi cinque anni.
Senza quella voglia costruita, e non più sincera, di issare il vessillo degli ultimi, degli affranti e dei bisognosi. Questa tattica di voler proteggere i più deboli, quando poi non è corroborata da provvedimenti strutturali (come meno tasse alle imprese che così assumono di più) produce solo partite di giro (come il reddito di cittadinanza che attiverà le clausole di salvaguardia): con tanti saluti ai bisogni di tutti.
Ecco dove si sta chiudendo la parentesi delle stelle. Nate per diventare comete, finite per essere molto presto cadenti.
twitter@ImpaginatoTw