Appesi alle agenzie di rating. Così stiamo. Anche se non è una cosa seria. Costretti a sottostare ai capricci di queste moderne e dispettose divinità. Intoccabili, inavvicinabili (per noi), irresponsabili. Così è sempre la stessa solfa. Anno dopo anno. Quando per giorni e giorni ci scadenzano l'arrivo del giudizio: un conto alla rovescia che riempe le pagine dei giornali e fa sfiatare i trombettieri del cataclisma alle porte. Dopodichè, adesso, superato senza danno evidente lo scoglio Fitch, restiamo in trepida attesa di quel che scriveranno Moody's e Standard & Poor's.
L' anno politico economico iniza e finisce con loro. Coi loro giudizi. Con la loro valutazione. E sono spesso guai. Ma solo per noi e per quelli come noi. Tutti coloro che non possono permettersi di infischiarsene. Quelli che non possono sperare nella benevolenza di questi particolari giudici che mai sollevano dubbi sulle potenze globali indebitate fino al collo (Usa e Cina, tanto per dire).
Intoccabili seppur non infallibili, queste agenzie. Anzi, nella realtà fallibilissime. Quasi dei professionisti dell'errore se solo si guarda quali e quante previsioni i loro riveriti e lautamente retribuiti analisti hanno sballato.
Appesi alle agenzie di rating. Così stiamo. Senza la possibilità di poter obiettare o contestare. Nemmeno le smarronate di chi mette nero su bianco che l'Italia è a rischio nuove elezioni entro l'anno. Una ciclopica cazzata alla quale nepure un Renzi fuori di testa crederebbe ma, che i nostri mezzi d'informazione hanno prontamente rilanciato. Incertezza politica, possibili elezioni, instabilità: ecco cosa ci spara addosso Fitch, la più piccola delle tre. E su questi report, su queste amenità i favolosi mercati si regolano e decidono di finanziare o meno il debito sovrano.
Appesi alle agenzie di rating. Così stiamo. Con loro che fanno e disfano a capocchia. Che danno la tripla A (il massimo del voto possibile) a Leman Brother's, solo 48 ore prima che la banca d'affari vada fallita e che già da qualche anno minacciano di ridurre a spazzatura i nostri titoli.
Non gl'importa un fico secco alle tre sorelline capricciose se il nostro grande debito pubblico è abbondantemente sostenibile e compensato dall'enorme risparmio privato, non gl'importa nemmeno se siamo la seconda manifattura d'Europa né se abbiamo riconosciute qualità e capacità industriali. Non sentono ragioni. Neppure che siamo i terzi al mondo per riserve auree. Loro hanno i report. E stampano le pagelle. Mentre noi restiamo appesi.
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