La versione di Garpez: ricomincio da tre


Ennesima dimostrazione di disaffezione e disinteresse della popolazione rispetto alla scelta di Presidente e Consiglieri


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
14/02/2019 alle ore 16:34



Lo so, vi avevo promesso che non avrei più discusso con voi in merito alle elezioni regionali abruzzesi perché, non posso darvi torto, al riguardo è stato detto di tutto e di più. 

Specialmente ora che, all'indomani del 10 Febbraio, i giochi sono fatti, al netto di improbabili ricorsi annunciati da chi, immancabilmente, ritiene di essere in debito di voti e preferenze.

In un certo senso manterrò la mia promessa, ma per altro verso non posso esimermi dal confrontarmi su di un aspetto, a mio parere molto significativo.

L'affluenza definitiva alle scorse elezioni regionali è stata del 52,5 per cento. Nel 2014 il dato era stato del 59,7 per cento. Dunque si è registrata una flessione degli elettori che hanno deciso di recarsi alle urne.

Perciò, non posso anzitutto non rilevare l'ennesima dimostrazione di disaffezione e disinteresse della popolazione rispetto alla scelta di Presidente e Consiglieri che dovranno guidare l’Abruzzo nei prossimi cinque anni. Inoltre, sarebbe interessante stabilire quanti aventi diritto al voto al di sotto dei 30 anni hanno effettivamente espresso la propria preferenza. Intuitivamente, credo che la percentuale sia molto bassa.

Durante la campagna pre-elettorale ho assistito ad attacchi personali e poco centrati su temi concreti, diretti ora a biasimare vecchie amicizie con ex governatori, stigmatizzando così la candidatura del relativo Presidente in pectore come una minestra riscaldata; ora ad ironizzare su trascorsi podistici e poco territoriali di altri aspiranti governatori; passando per sarcastici riferimenti ad inesperienza condita da ostentazione di borse firmate e portate a tracolla in bella vista.

Mi chiedo: è davvero questa la politica che dovrebbe attrarre consensi ed affrontare concretamente i problemi degli abruzzesi?

Personalmente ritengo che l'esercizio dell'elettorato attivo e passivo rappresenti una delle più alte forme di garanzia e libertà democratiche dei nostri tempi.

Purché la politica ritrovi autorevolezza e credibilità agli occhi di tutti. Ed allora suggerisco – parafrasando il grande Troisi – di…ricominciare da tre.

Uno: progettare a medio-lungo termine un programma di governo basato su pochi, ma attuabili obiettivi. Le persone sono stufe di sentirsi promettere mari e monti (alla Cetto Laqualunque) per poi non vedersi riconoscere neanche un piccolo laghetto o una misera collina.

Due: recuperare l'elettore disilluso, lo…scrutatore non votante tanto caro a Samuele Bersani. Ma per fare questo, bisogna avere ben presente il punto uno.

Tre: formare, in prospettiva, i giovani, che costituiscono la futura classe dirigente, troppo lontani e poco interessati al loro futuro, attraverso la costituzione di gruppi di lavoro che li coinvolgano attivamente, facendoli sentire parti essenziali di un progetto ambizioso.

Ecco. Il terzo punto è forse la sfida più grande. Ma che farà la differenza.

 

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