Verso un nuovo bipolarismo: anche a Pescara sarà Lega contro tutti


Amministrative. Il competitor? Con la "piattaforma Legnini" si potrebbe replicare un altro laboratorio politico


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
14/02/2019 alle ore 11:16



E'iniziato il conto alla rovescia per le amministrative di Pescara. O meglio, il “via” sullo start lo ha dato il capo della Lega (e del DestraCentrino) Matteo Salvini, facendo chiaramente intendere di voler proporre una candidatura di marca leghista sia per Pescara che per Montesilvano.

Stupisce, francamente, lo stupore degli alleati di coalizione: davvero speravano di poter indicare un nome dopo i numeri salviniani alle regionali? Davvero dopo lo strapotere mostrato in Abruzzo (e, secondo i sondaggi, anche nel meridione) Forza Italia e frattaglie varie aspirano a dire la loro al grande tavolo per le amministrative?

Forse dimenticano ciò che accadeva nel fu Pdl solo otto anni fa: era Fi che dava le carte, forte di numeri che facevano di Berlusconi leader e capo (oltre che finanziatore). Il disegno egemonico di Salvini (legittimo, intendiamoci) è protofanico da tempo: fagocitare tutto l'arco del cosiddetto DestraCentro, andando se possibile un domani al voto per prendersi il 50% dei seggi nelle due Camere. Ambizioso, certo, ma non impossibile.

Al di là dei delfini o delle rotture (non solo Fini, ma anche Alfano, Fitto, Toti, Parisi) erano allora i numeri che contavano. E contano anche oggi, come fisiologico deve essere.

Altro è volersi interrogare un momento sull'humus salviniano che in molti territori pesca nel mondo degli ex An: un interessante passaggio per capire fino in fondo come si muove la macchina della nuova Lega nazionale (che però nello Statuto ha ancora la libertà della Padania).

In Campania, ad esempio, fra gli altri capibastone che portano acque al mulino leghista si segnalava l'ex senatore di An Nespoli; in Calabria il mondo che faceva riferimento all'ex governatore aennino Peppe Scopellitti; in Puglia un pezzetto della fronda tatarelliana e dell'ex Msi come Pino Monaco; in Basilicata idem. Insomma, un preciso sacco con della farina nota in tutte quelle province.

Diverso il ragionamento da fare per il competitor del candidato leghista. Se il trend in calo dei grillini dovesse continuare, come molti indicatori lasciano presagire, l'unica strada percorribile per chi alle regionali è giunto secondo è quella della cosiddetta “piattaforma Legnini”, a cui anche un certo mondo romano sta guardando con attenzione.

A Pescara, dunque, si potrebbe replicare un altro laboratorio politico sì territoriale ma dai possibili riverberi nazionali. Perché quel 50% di astenuti alle regionali sono una spia precisa di malessere: erano verosimilmente voti del M5s e del Pd che, sussurra qualcuno, se recuperati in una cornice diversa potrebbero dare vita alla vera alternativa alla Lega (come Michele Emiliano e Luigi De Magistris si dicono da un po').

Un nuovo bipolarismmo 3.0 con la Lega salviniana da un lato e il fronte (per ora senza nome) dall'altro.

 

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