Ma che faccia che c'ha il Berlusconi d'Abruzzo!
Una faccia-Sfinge grazie alla quale ritiene di poter dire tutto e il suo esatto contrario. Di potersi consentire ogni contraddizione al semprepronto grido di chissenefrega!
È così. Ed è così che in queste ultime ore il Cavaliere s'e' addirittura superato. È così che, con assoluta nonchalance e con sprezzo del ridicolo, s'e esibito in un salto mortale triplo carpiato. Quello prodotto nella conferenza stampa tenuta a Pescara col candidato "oriundo" e con quelli che dovrebbero essere (ma, non sono) i suoi alleati di centrodestra. Esercizio difficilissimo per tutti ma, non per uno come lui che confida sempre nel difetto di memoria altrui.
E perciò al Berlusconi d'Abruzzo, del tutto uguale nella narrazione, nella mimica e nell'abbigliamento a quello che fu in Sicilia e poi in Sardegna (anche loro elette regioni più belle!!!) e in procinto di esserlo per ogni altra realtà regionale dove si voterà, gli è scappata la frizione.
Perché, ad un certo punto, si è convinto a lanciare i suoi strali polemici contro "l'impero comunista cinese" e contro "l'impero ottomano di Erdogan". Ma, dai! Possibile che abbia detto questo il Berlusconi d'Abruzzo? Si, è possibile: l'ha detto. Questo e altro ancora, come se nulla di strano ci fosse nelle sue parole, come se tutto fosse non solo giusto ma, persino ovvio. Che poi magari sarà così per chi non ricorda o non collega. Non per noi.
Perché a quelli come noi viene un crampo allo stomaco. Con l'immagine di una grandissima faccia di tolla. Ci viene in mente, per capirci, che il Silvio Berlusconi che ora attacca l'impero comunista cinese è lo stesso che giusto un paio di anni fa ha venduto - ad un prezzo fuori mercato - a quei cattivissimi il suo "amato" a.c. Milan;
o, ancora, che quell'Erdogan dell'omonimo impero ottomano è lo stesso turco al quale lui fece da testimone, onorato e contento, al matrimonio della figlia.
E si, non c'è che dire: che faccia che c'ha il Berlusconi d'Abruzzo!