Flacco, proroga illegittima


La diffida dell'avvocato Rossella Ferrara per conto di un gruppo di primari arriva sul tavolo del direttore del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
07/02/2019 alle ore 07:54



Quella proroga è illegittima. E va annullata. La diffida dell’avvocato Rossella Ferrara per conto di un gruppo di primari arriva sul tavolo del direttore del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo Angelo Muraglia, che scrive subito all’Avvocatura: la Regione non poteva allungare il contratto del manager di Chieti Pasquale Flacco fino al 15 marzo 2019, così come ha fatto su iniziativa dell’assessore alla Sanità Silvio Paolucci.

Non poteva farloperché è un atto di straordinaria amministrazione” e quindi adottato in carenza dei presupposti di necessità e urgenza, pertanto esorbitante dai poteri esercitabili dalla giunta in regime di prorogatio”, si legge nella diffida. Sarebbero illegittimi, di conseguenza, tutti gli atti adottati dal manager dopo la proroga, a partire dall’atto aziendale, che infatti è stato impugnato da alcuni medici che si sono visti trasferire o demansionare: è da loro che parte la diffida. Il fatto è che nel guado c’è finito anche il concorso degli infermieri, che rischia di finire nel cestino insieme a tutto il resto.

Quindi la giunta post-D’Alfonso, affidata al vice presidente vicario Giovanni Lolli, doveva limitarsi all’ordinaria amministrazione e non poteva prorogare il contratto del manager della Asl di Lanciano-Vasto-Chieti. Non c’erano ragioni che giustificassero quella delibera, adottata dalla giunta il 20 dicembre 2018, visto che la legge prevede che in caso di vacanza dell’ufficio o in caso di assenza o impedimento del direttore generale, le sue funzioni possano essere esercitate dal direttore amministrativo o dal direttore sanitario.

La diffida allarma Muraglia, che prende carta e penna e scrive immediatamente (la data della lettera è di ieri), all’Avvocatura regionale e all’assessore Paolucci per sollecitare

“con l’urgenza del caso ogni opportuna valutazione, al fine di verificare se sussistano gli estremi per procedere all’eventuale annullamento dell’atto, dandone comunicazione alla scrivente struttura”.

Era stato il presidente della Commissione di vigilanza della Regione Mauro Febbo a sollevare il caso qualche tempo fa, denunciando con un esposto alla procura che la Regione semmai avrebbe dovuto ancor prima della prorogatio attivare per tempo le procedure di sostituzione del direttore generale senza dover arrivare all’imminenza della scadenza.

Febbo sottolineava l’illegittimità della proroga, istituto che sostanzialmente non esiste. Insomma, la Regione avrebbe forse potuto rinnovare il contratto a Flacco, ma visto che dal giorno delle dimissioni di D’Alfonso è in regime di prorogatio, non avrebbe potuto fare neppure questo. Insomma, mani legate.

ps. e adesso il rischio è che la Regione debba pagare anche gli stipendi (non dovuti) pagati a Flacco in questi tre mesi. Un colpo di spugna che passerà su tutto ciò che Flacco ha firmato dal 20 dicembre fino a oggi.

 

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