Il paradosso delle trivelle in Adriatico: la versione di Borrillo


Il giornalista del Corsera a Impaginato: "Non si può dire no alla ricerca intorno alle Tremiti e sì alle Isole Pelagosa"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
04/02/2019 alle ore 20:55



Il no alle trivelle, in Italia, potrebbe portare conseguenze paradossali. È quanto scrive Michelangelo Borrillo in un corsivo sul Corriere della Sera. La situazione potrebbe avere risvolti incredibili: sembrerebbe infatti che la Croazia abbia intenzione di trivellare la zona delle Isole Pelagosa, un tempo appartenute all’Italia, isole che distano da Vieste e quindi dalla punta del Gargano, molto meno delle Isole Tremiti.

Per capire quale sarebbe il vantaggio di dire no alle trivellazioni in quell’area se i croati potessero estrarre gas e petrolio nello stesso mare godendo poi dei frutti di quell’estrazione, Impaginato ha conversato con il giornalista.

Quali le conseguenze del no alle trivelle?

Vi sono essenzialmente due contraddizioni: la prima, al Nord, con l’Emilia Romagna che chiede di restar fuori dal No Triv, poiché vi è il distretto di Ravenna che dà lavoro a molte persone. È tra l’altro una zona in cui vi sono state molte meno proteste rispetto al Sud, riguardo le trivelle. Forse perché sono molto più avanti dal punto di vista turistico, sanno come gestirlo, e immagino temano ripercussioni più evidenti. Il vero paradosso è questo: perché l’Italia dice no e la Croazia, che è dirimpettaia all’Italia, sta invece cercando sia petrolio che gas metano? Il paradosso, dal punto di vista geografico è che vi siano le Isole Pelagosa (che una volta erano italiane, poi sono appartenute alla Jugoslavia e infine sono passate alla Croazia) che sono più vicine rispetto al Gargano (Vieste) rispetto alle italianissime Isole Tremiti. Se i croati faranno ricerche fino alle Pelagosa, vedremo a vista d’occhio, fino alla punta del Gargano, trivelle che cercano gas e petrolio…per i croati. 

C'è il rischio di contenziosi con le aziende?

Se l’Emilia Romagna si è fatta avanti chiedendo la sospensione dal No Triv, penso proprio che temano questo, anche se bisognerebbe chiederlo a loro. Tuttavia, credo che il timore maggiore sia quello di perdere posti di lavoro, perché poi il governo dovrà farsi carico di eventuali perdite di posti di lavoro ed eventuali proteste da parte dei lavoratori. 

Una mossa ragionata o solo elettorale?

Quella del No Triv rientra nei punti di contrasto tra i due partiti attualmente al Governo. Come sulla Tav hanno posizioni contrastanti, anche sulle trivelle è così. Ieri il sottosegretario all’Ambiente, Vannia Gava ha detto: ‘Bisogna andare avanti, la posizione della Lega è chiara: progettare il futuro senza dimenticare il presente’. Ciò rientra in quella serie di punti poco chiari del famoso contratto di Governo in cui si dice e non dice. In questo caso, a differenza della Tav, in teoria un qualche accordo è stato trovato perché la posizione attuale è quella di non andare avanti con le trivelle anche se ogni giorno escono voci leghiste che si dicono contrarie. 

Quale il ruolo della Croazia?

Il ruolo della Croazia è chiaro. Nonostante abbiano molte più isole di noi e il mare sia più presidiato dal punto di vista turistico (da quella parte dell’Adriatico rispetto alla nostra), cercano petrolio e gas dal 2014 e continuano a farlo, tant’è che le stime riportate qualche giorno fa dal Sole 24Ore sulla ricerca di petrolio e gas da parte della Croazia corrispondono a 12 miliardi di metri cubi di petrolio e 17 miliardi metri cubi di metano, in parte sotto i fondali dell’Adriatico, in parte sotto la zona balcanica. Loro ci credono molto. 

Il no aprioristico di marca ambientalistica cosa produce?

Produce il suddetto paradosso, ossia che ‘quello che non facciamo noi, lo fanno gli altri’ nello stesso mare, con il rischio che si perdano posti di lavoro. E gli ambientalisti fanno anche riferimento al fatto che in Basilicata l’estrazione del petrolio non abbia portato chissà quali vantaggi al territorio. Bisognerebbe fare in modo che si ottengano più vantaggi da eventuali estrazioni di gas e petrolio, però non si può dire no alla ricerca intorno alle Isole Tremiti e sì alla ricerca intorno alle Isole Pelagosa, che è più o meno alla stessa distanza dal Gargano. 

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