Tabù Gran Sasso, la camicia di forza del "partito del no"


Anche l'Abruzzo ha la sua Tav: la terza canna torna di attualità, ma ecco subito gli allarmismi dei vetero-ideologici a gettare sabbia in alto


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
04/02/2019 alle ore 15:15



E'possibile creare una nuova infrastruttura oltre alle gallerie autostradali nel Gran Sasso, per mettere in sicurezza acqua, falde e sviluppo futuro? 

In Abruzzo il tema infrastrutturale è un fastidioso tabù: no, qui non c'è solo la cosiddetta sindrome Nimby (Not In My Back Yard, ovvero "Non nel mio cortile"), ma c'è una vera tara ideologica che impedisce qualsiasi movimento, come un cordone sanitario a 360 gradi. Una sorta di camicia di forza perenne che non si riesce a strappare.

Parliamo del terzo traforo nel Gran Sasso, finito oggi sulle pagine del Fatto Quotidiano.

Chi la critica? Gli ambientalisti di H2o. Sostengono che il Gran Sasso dà acqua a 700mila abruzzesi, “già i laboratori dell’Infn hanno fatto scendere la falda acquifera di 600 metri: deturpare ancora questa montagna non è certo la soluzione”. Insomma, emettono già una sentenza ancora prima che le parti “vedano” le carte e un giudice (il ministero) decida. Non solo.

La creazione di un tunnel di 7 chilometri, al fine di far passare il sistema idrico e tenerlo lontano dal traffico auto e dai laboratori, è già stata bollata come pericolosa.

Spesso si dimentica che uno dei paesi Piggs, la Spagna, al netto della crisi sistemica e delle noie bancarie, ha due circuiti di Moto Gp, uno di Formula 1, una rete di alta velocità di ultima generazione, città quasi tutte smart e nessuno blocca le opere per questioni ideologiche.

E l'approdo del gasdotto a Ibiza non ha prodotto conseguenze né sul turismo né sulla vita dei cittadini.

Invece ecco che anche l'Abruzzo ha la sua Tav: la terza canna torna di attualità, ma subito gli allarmismi dei vetero-ideologici gettano sabbia in alto per accecare tutti.

Come sul gas a Bomba, come sulla Tap in Salento, come sulle merci in treno. Tutti dossier che vedono l'Italia zavorrata da veti, controveti e logiche da vecchio Pcus. L'esatto contrario di ciò che serve ad uno sviluppo armonico.

E a nulla serve, poi, prendersela con l'Ue, con Trump o con Putin se Roma non riesce a fare nemmeno i più elementari compiti a casa.

 

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