Ma la recessione (tecnica o reale) è una sconfitta per tutti


L'Italia ha bisogno di un grande piano Marshall per cambiare, altrimenti il rischio-Grecia diventerà un'opzione vera


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
31/01/2019 alle ore 16:07



Che nessuno gridi, accusi, scrolli per primo la polvere dalle spalle. La recessione in cui si trova l'Italia è una sconfitta di tutti e la si smetta (anche sui media) di voler distribuire patenti di verginità politica e amministrativa.

L'Italia è come quella vecchia balena che si è arenata e non ha più un grammo di energia per tornare in mare aperto. Di chi siano le responsabilità è utile focalizzarlo, ma fino ad un certo punto. Adesso è il momento della diagnosi, della ricerca di un bravo medico e di una cura che finalmente funzioni.

Tre passaggi tanto semplici quanto di difficile attuazione, perché di mezzo ci sono le elezioni europee e regionali a cui tutti (ovviamente) tengono moltissimo.

Per cui sarà davvero difficile che vengano presi provvedimenti rapidi ed efficaci (forse anche costosi in termini elettorali).

E così per altri sei mesi è probabile che la polvere italica venga nuovamente sotterrata sotto il tappeto dei titoli, degli slogan, delle schermaglie e delle prese di posizione. Ma con il rischio, questa volta realmente oggettivo, che lo spettro ellenico si materializzi all'ombra del Colosseo.

Un debito pubblico altissimo, una pressione fiscale record, pochi provvedimenti per la crescita, la spesa pubblica che non si ferma basti pensare alla carta che si consuma ancora in Parlamento, mentre fino a prima del 4 marzo si prometteva la digitalizzazione totale di Stato ed Enti Pubblici.

Vabbè.

Chi si tiene a galla? Quei pochi che osano e che scommettono su se stessi: come quel liceale 18enne di Taranto (figlio di un operaio dell'Ilva), Giuseppe Bungaro, che ha inventato una nuova tecnica per lo stend cardiaco e che si è assicurato le attenzioni di enti di ricerca americani.

Un pizzico di orgoglio per un cervello del Sud che se vorrà fare davvero carriera se ne andrà oltre oceano a salvare vite, mescolato ad una tonnellata di tristezza perché non sarà un ateneo italiano a ricoprirlo di oro per i prossimi 50 anni.

 

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