Sanità, De Rango: "Senza decreti attuativi, decreto Gelli monco"


Parla il segretario nazionale della Confederazione ospedalità privata. E su Landini neo segretario Cgil: "Saprà tutelare diritti dei lavoratori"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
30/01/2019 alle ore 15:00



Sanità e nuove sfide. La legge Gelli, nuova norma sulla responsabilità medica, ha posto le basi per una gestione preventiva del rischio all’interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, in modo da tutelare maggiormente i malati e garantire maggiore serenità anche agli operatori sanitari.

Cosa manca tuttavia a tale decreto? Come sta davvero in salute l’ospedalità privata italiana? In un momento storico in cui la carenza dei medici sta diventando un problema dilagante in Italia, quali sono gli interventi da mettere in campo?

Impaginato.it ne ha parlato con la dott.ssa Carmela De Rango, segretario nazionale della Cimop (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata). 

Come giudica l'elezione di Landini a successore della Camusso? 

L’elezione del nuovo segretario generale della Cgil è una scelta politica del sindacato
all’insegna dell’unità molto importante, se la inseriamo nel contesto del cambiamento italiano.
Sono sicura che saprà investire risorse e attenzione sul tema del lavoro, compreso lo spinoso argomento 
del rinnovo contrattuale della sanità pubblica e privata. Sotto la sua guida, il sindacato compatto troverà il modo per far tutelare i diritti dei lavoratori. 

Come procede l'attuazione del decreto Gelli?

La legge 24/2017, conosciuta come legge Gelli-Bianco, si è inserita in un contesto molto critico di sinistrosità 
nei riguardi degli operatori sanitari e delle aziende. Con questa legge si sono poste le basi per affrontare la 
gestione preventiva del rischio all’interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, per una maggiore tutela per la persona malata e un certo recupero di serenità degli operatori sanitari. Un ruolo rilevante di tale legge è rappresentato dall’obbligo assicurativo a carico delle strutture sanitarie.

Quali le ombre?

È però da osservare che dopo i primi decreti attuativi, relativi all’ istituzione dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità e l’istituzione e la regolamentazione dell’elenco delle istituzioni nonché società scientifiche (e le associazioni tecnico-scientifiche che devono elaborare le linee guida), siamo tutti in attesa dei decreti in materia assicurativa. In mancanza dei decreti attuativi per la determinazione dei requisiti minimi delle polizze assicurative e dei requisiti minimi di garanzia nonché delle condizioni generali di operatività delle altre analoghe misure, questo decreto rimane monco.

Serviva questa norma sulla responsabilità medica? Come l'hanno accolta gli operatori sanitari?

Tale norma era assolutamente necessaria ed era da tutti noi molto attesa ma sono necessari i decreti attuativi così come è necessario che venga predisposta una specifica tabella unica su tutto il territorio nazionale. Una tale situazione di stallo impedisce il ritorno delle assicurazioni su tale segmento di settore. 

Come sta in salute l'ospedalità privata italiana?

L’ ospedalità privata si pone oggi più che mai protagonista del SSN, in grado di mettere a disposizione risorse 
importanti quali l’efficienza e la qualità in risposta alle più alte aspettative dei cittadini. Ma oggi i riflettori sono 
aperti sulla sostenibilità del SSN, a quarant’anni dalla sua nascita. Questo sistema oggi è a rischio. È importante sottolineare come negli anni sono aumentate le problematiche di disuguaglianza a livello regionale con un disallineamento dell’offerta rispetto ai bisogni. La forte contrazione della spesa sanitaria pubblica impone politiche sanitarie adeguate che possano garantire l’universalità delle prestazioni. 

Alla ministra Grillo cosa chiedete?

Alla ministra Grillo voglio dire che è fondamentale garantire l’universalità del SSN ed abbattere le 
diseguaglianze regionali. A tutti i cittadini va garantito in ugual misura il diritto alla salute così come previsto 
dall’art. 3 e 32 della costituzione. Uguaglianza, solidarietà, universalismo ed equità sono principi fondamentali 
che devono essere garantiti a tutti i cittadini.

Con quale contributo dell'ospedalità privata?

L’ ospedalità privata può fornire un grande contributo e un  rilevante vantaggio per il SSN per la nota capacità di adattamento all’evoluzione dei modelli organizzativi. È  fondamentale prendere atto delle eccellenze che tale rete mette a disposizione del SSN e dei pazienti. È indispensabile ripensare alla Sanità garantendo però il diritto alla salute. È anche imprescindibile determinare un’ eguaglianza tra gli operatori che operano nelle due reti, pubbliche e private, e far in modo che la stessa prestazione possa essere pesata in egual modo nei termini di titoli di carriera. È opportuno ripensare a un sistema di valutazione del medico in base alle proprie performance, è basilare ripensare alle modalità di accesso nelle reti ospedaliere, pubbliche e private, e abbattere la discriminazione in essere tra colleghi. Mi riferisco ai titoli di carriera dei medici che lavorano nell’ospedalità privata che sono valutati solo il 25% rispetto ai colleghi che lavorano in ospedali pubblici. È opportuno intervenire su tali diseguaglianze soprattutto  in un momento in cui la carenza di medici inizia a essere rilevante in Italia. In ultimo, voglio ricordare alla Ministra Grillo che siamo tutti in attesa del rinnovo contrattuale, sia i medici dell’ospedalità pubblica che privata, ed è urgente un intervento con adeguate risorse.

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