Ha sfidato la Digos, che da sotto il suo studio cercava di capire chi avesse appeso quello striscione.
Se n’è infischiata del divieto di circolazione anche per i residenti, degli agenti sotto il suo portone, dello stato d’assedio in cui si era svegliata Sulmona sin dalle prime ore del mattino e ha aspettato paziente, barricata lì dentro, che arrivasse Matteo Salvini. E a quel punto ha srotolato lo striscione.
La resistenza di Teresa Nannarone è cominciata presto, domenica mattina, che brava e che coraggio. Lei, avvocato ed ex assessore della Provincia dell’Aquila, la giornata della Memoria l’ha onorata così: rintanandosi dalle prime ore nel suo studio e aspettando paziente di passare all’azione. In serata, all’arrivo del Ministro dell’Interno, a piazza già gremita, lei ha appeso lo striscione con la frase di Ovidio che nel giro di poche ore è diventato virale.
Teresa Nannarone
Nessuno l’ha identificata, perché sul citofono non ci sono nomi. “Empio è colui che non accoglie lo straniero”, frase tratta dalla leggenda di Filemone e Bauci tramandata nell’ottavo libro delle Metamorfosi. Una bellissima favola che tende a dimostrare che la virtù dell’ospitalità, così volgarmente attaccata in questi tempi, viene sempre ricompensata.
Apperò Teresa Nannanore, Sulmona e l’Abruzzo devono dirti grazie. Perché lì a Sulmona è vero la piazza era piena di gente per Matteo Salvini, ma dietro quello striscione c’era molta più gente, e c’era la cultura dell’accoglienza, della solidarietà, dell’umanità e della memoria. Che in ogni caso valgono più di una piazza piena.