Vi racconto come cambierà il Pd (anche d'Abruzzo). Parla Fina


E su Legnini candidato unitario lib-dem alle Regionali: "È più autorevole dei suoi avversari"


di Emma Derossi
Categoria: ABRUZZO
26/01/2019 alle ore 09:11



Il centrosinistra nazionale e abruzzese sta vivendo un periodo particolare, di profondo cambiamento. Così il Responsabile Università e Ricerca Pd Michele Fina, secondo cui il cambiamento in Abruzzo sta già avvenendo con la candidatura alla presidenza della Regione di Giovanni Legnini, che ha costituito una larga intesa col supporto delle liste civiche, mentre sul piano nazionale permangono alcune difficoltà nel ripartire dopo l’era renziana. 

Il Pd atteso dalla prova delle primarie, ma i gruppi parlamentari li guida ancora Renzi. Come la mettiamo allora?

I Gruppi parlamentari sono stati formati da Renzi segretario. In un modo che definirei almeno discutibile. Il congresso deve darci finalmente una nuova linea politica e una buona leadership. Immagino che i rappresentanti in Parlamento poi se ne faranno comunque interpreti.

Zingaretti e Calenda giocano la stessa partita?

Non so dire. Calenda mostra a volte di non sopportare le regole di una comunità ampia e democratica, non aristocratica. Inoltre alcune sue ricette sull’economia mi sembrano ripercorrere la strada, non molto fortunata, degli ultimi anni. Ha invece ragione nel suo appello sull’Europa. Confido che capirà come vivere al meglio la sua adesione ad un partito e come collaborare con Zingaretti, che immagino sarà il nostro prossimo segretario. Il risultato che ha raccolto tra gli iscritti va oltre ogni migliore aspettativa.

Considerate le percentuali bulgare della maggioranza, perché nessuno ha pensato di ricominciare da zero, come fece a suo tempo Salvini quando prese la Lega al 4%?

Lo hanno pensato in molti, me compreso. Alcuni hanno rallentato e temporeggiato. Colpevolmente.

Ilva e Trivelle: dove ha sbagliato la sinistra e dove è cieco il M5s?

La sinistra italiana ancora non ha capito appieno la centralità della transizione ecologica. E la necessità che questa sia eguale e solidale, per essere popolare. Eppure la gran parte dei cittadini è oggi sensibile alla tutela ambientale; anche perché sa che si tratta, in fondo, della tutela della salute umana. Il M5S ha cavalcato solo le paure ed ogni forma di comitatismo ambientalista. Poi ha fatto un’alleanza innaturale di Governo. Gli effetti contraddittori li osserviamo ogni giorno, anche su questo terreno.

In Abruzzo si parla di esperimento Lega-M5s per testare nuove dinamiche: l'incognita Legnini potrebbe rovinare questo piano?

In Abruzzo la Lega e le altre destre sperimentano il commissariamento romano. Con annesso imbroglio nella composizione delle liste, che il candidato presidente non conosce ma firma. Il M5S invece sa di perdere e vuole perdere; lo dimostra anche la doppia candidatura, a presidente e nella lista, della consigliera Marcozzi. Così facendo si garantisce, esattamente come 5 anni fa, di essere eletta almeno in Consiglio regionale. Tutto questo perché conviene non governare se poi i risultati sono come quelli della città di Roma, ad esempio. Legnini invece è senza dubbio un abruzzese.

E non solo perché è nato in Abruzzo, ma perché in ogni giorno della sua vita pubblica ha dedicato energia a questa terra. Anche quando ha svolto alti incarichi nello Stato. Inoltre è competente ed onesto, con un profilo diverso da tutti i presidenti che lo hanno preceduto. Infine è oggettivamente mille volte più autorevole dei suoi avversari.

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