Regionali d'Abruzzo: Marsilio in dieci punti


Primo, la presa di distanza dal governo targato D'Alfonso


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
24/01/2019 alle ore 09:20



E’ condensato in dieci i punti programmatici il programma di Marco Marsilio, candidato del centrodestra alle prossime regionali abruzzesi. Primo punto, la presa di distanza dal governo D’Alfonso.

“Peculiari tratti distintivi del nuovo Governo regionale saranno la netta presa di distanza dalle politiche attuate dalla Giunta uscente, anche per quanto concerne i modelli di relazione istituzionale ed interpersonale. Obiettivo prioritario della legislatura sarà di rigenerare la fiducia nelle potenzialità dell’Abruzzo, nello stimolare gli operatori economici ad investire, nell’attrarre nuove attività, con l’obiettivo della crescita felice nella buona occupazione. Saranno rilevanti le misure di sburocratizzazione e snellimento della macchina regionale”.

Poi equilibrio territoriale:

“Ulteriore aspetto da affrontare sarà quello del dualismo territoriale: i due terzi del territorio abruzzese sono stati sistematicamente esclusi da qualsiasi progetto di sviluppo dalla Giunta uscente. L’Abruzzo è tornato ad essere gli Abruzzi, e questo è intollerabile se vogliamo mantenere quella minima coesione sociale che possa definirci davvero “Regione”.

 

Infrastrutture

Saranno rimodulati, dice Marsilio e ove possibile,

“quegli investimenti previsti dal Masterplan che suscitano generale perplessità e, soprattutto, si avvierà finalmente una logica di mobilità sostenibile e di intermodalità, riconnettendo la regione alle grandi direttrici dei traffici nazionali ed internazionali. Da colmare rapidamente il grave digital divide: combatteremo con strumenti efficaci l’arretratezza delle reti ed il tuttora diffuso analfabetismo tecnologico valorizzando le enormi potenzialità del WEB, anche nel settore pubblico.

 

I sindaci

E anche il centrodestra, come Giovanni Legnini, valorizza il ruolo dei sindaci.

In tale virtuoso percorso di condivisione un ruolo di primo piano deve essere giocato dai Sindaci, spesso coraggiosi baluardi di genuina volontà popolare e di precipue identità culturali, punti di riferimento e primi interlocutori dei cittadini, profondi conoscitori della specifica realtà amministrata.

Le poche e sempre scarse risorse pubbliche devono essere impiegate per innalzare la capacità competitiva delle imprese con politiche volte al mercato. Ciò che deve essere assolutamente rafforzato è il sistema delle imprese locali. Occorre in definitiva un grande cambiamento culturale negli amministratori pubblici, che veda un nuovo approccio di politica economica volto a rafforzare i fattori di successo e a superare i punti di debolezza del tessuto produttivo.

Quindi, secondo il candidato del centrodestra, il new deal dell’Abruzzo, finalizzato a una nuova stagione di crescita felice, deve lavorare su due esigenze prioritarie:

“Il rafforzamento del capitale umano nei settori di punta e maggiormente esposti al mercato globale (agroalimentare, legno e mobili, artigianato, plastica, ecc). Le piccole imprese devono fare rete e sistema per raggiungere un’adeguata massa critica; il superamento degli squilibri territoriali e la diffusione della conoscenza, creando dei veri e propri cluster territoriali. Il “Sistema Territoriale della Conoscenza” sarà un cluster di diversi soggetti”

 

Burocrazia

Poi importante lo snellimento della macchina regionale e delle procedure per l’accesso al credito. La Giunta regionale si attiverà, sottolinea Marsilio, per ottenere dal Governo centrale il trasferimento dei porti di Pescara e Ortona dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centrale a quella del Mar Tirreno Centro-Settentrionale, ovvero da Ancona a Civitavecchia, insomma esattamente lo stesso obiettivo che si erano proposti Luciano D’Alfonso e Camillo D’Alessandro.

“L’obiettivo, fallito dal precedente governo regionale, è di creare una governance unica per il “land bridge est-ovest”, cioè per il corridoio europeo Tirreno- Adriatico tra la penisola Iberica e i Balcani, in modo da garantirne la funzionalità. Poi collegamenti autostradali e ferroviari, la lotta al dissesto idrogeologico, la mobilità sostenibile, allungamento della pista dell’aeroporto di Pescara, agricoltura, sistema idrico integrato.

“Mai più Bussi e mai più Saline, simboli tragici di una terra che ha tante potenzialità e tante bellezze da valorizzare, significa per noi lanciare un piano straordinario di bonifica dei siti inquinati a maggiore impatto ambientale, a tutela della salute e per uno sviluppo turistico solido”.

 

Politiche europee

In questa ottica di accelerato sviluppo, sono da rifondare le politiche europee.

“Oltre alla diversa gestione FSE (paragrafo 4), sui Fondi comunitari dovremo imprimere una svolta nella governance. Troppa superficialità, troppa lentezza, molta confusione e poca lungimiranza hanno sinora caratterizzato i rapporti con l’Europa e la gestione delle risorse. Oggi è palese come in Regione sia mancata una programmazione efficace dei Fondi Europei, anche per la “fuga” dei dirigenti apicali a partire dalla Direttrice Generale, portando nell’ultimo quinquennio la mancanza di coordinamento e pianificazione come mai registrato negli anni precedenti. La materia deve essere totalmente revisionata.

Riduzione della pressione fiscale, cancellazione degli enti inutili, lotta agli sprechi e alle rendite di posizione.

“Andremo pure ad istituire – dice Marsilio nel suo programma – un “Premio di Qualità” per le imprese che investano in tecnologie, sviluppo e impiego di risorse umane sul territorio. E che attivino percorsi di qualificazione professionale rivolti a soggetti occupati con qualsiasi forma contrattuale,iordino delle partecipate.

Turismo e cultura, un binomio di opportunità: ma soprattutto sviluppo della montagna con un apposito piano.

 

La sanità

Occorre rivedere l’ancoraggio provinciale della Asl, garantendo l’erogazione dei servizi sulla base del numero degli abitanti e delle caratteristiche del territorio. Dovrà in particolare essere garantito uno standard di diffusione dei servizi in tutta la regione, nonché presidiare la gestione economica- finanziaria con obiettivi di riduzione della mobilità passiva e con piani di rientro tagliati sulla misura dei diversi territori.

Per Guardiagrele sarà immediatamente riformulata dalla nuova Giunta una richiesta, questa volta tecnicamente credibile e non meramente strumentale come fatto al fotofinish dalla amministrazione uscente, di riconoscimento di status di ospedale di area disagiata. Così pure per l’Ospedale di Penne, vista l’impossibilità tangibile e concreta di garantire le procedure tempo dipendenti, e per l’Ospedale di Popoli, con misure di rilancio complessivo del nosocomio come ospedale nell’area del cratere.

La riconversione dei piccoli presidi porta ad indubbi benefici: aumento delle prestazioni ambulatoriali erogate e risposte più appropriate per la popolazione locale.

Sono vari i temi centrali da affrontare con urgenza per il centrodestra: a) le liste d’attesa: il Tribunale dei diritti del malato ha indicato l’Abruzzo (con Calabria, Campania e Lazio) tra le regioni dove si registrano i maggiori disagi, che condizionano il livello di soddisfazione dei pazienti e incrementa la mobilità passiva; abbattimento delle liste di attesa attraverso la divisione tra liste per esami diagnostici e liste per ricoveri. Gli esami diagnostici saranno classificati in categorie a seconda dell’urgenza dei medesimi con tempi di attesa definiti e rispettati. Saranno emanate linee guida per la richiesta di esami diagnostici in modo da eliminare le richieste inappropriate.

Le stesse procedure verranno attuate per organizzare e rendere funzionali le liste di attesa per i ricoveri; b) la percentuale dei pazienti che rinunciano alle prestazioni sanitarie (foregone care), che è un importante indicatore di qualità dell’offerta, perché rivela una domanda di assistenza alla quale il sistema non riesce a dare adeguata risposta; c) la gravissima carenza di personale soprattutto medico e paramedico

 

I privati

Il ruolo del privato ad oggi, appare da razionalizzare, e da rivedere in maniera non alternativa ma collaborativa con l’attività sanitaria pubblica integrandone le attività non solo in elezione ma anche in urgenza.

Marsilio poi propone l’istituzione del DEA di II livello delle aree interne L’Aquila-Teramo oltre che quello già autorizzato Pescara-Chieti e l’a attenta verifica sulla base di rigorosi parametri costi-benefici della convenienza dell’edilizia sanitaria tramite project financing; e l’esenzione dal ticket per premiare comportamenti virtuosi (ad es., per chi si sottopone a screening periodici evitando diagnosi tardive con conseguente netto incremento della spesa), la reintroduzione della figura del medico di medicina generale con presenza quotidiana nei territori marginali.

 

Politiche sociali

Da ridefinire i criteri di accesso ai servizi sociali e all’edilizia agevolata, attribuendo il giusto peso agli anni di residenza in Abruzzo (almeno cinque) e controllando la veridicità delle dichiarazioni; da rivedere la Legge regionale n.96/96, affinché i cittadini stranieri che intendano accedere all’edilizia residenziale pubblica attestino i requisiti mediante certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana autenticata dall’autorità consolare italiana che ne attesti la conformità all’originale.

Analoghi meccanismi (almeno cinque anni di residenza in Abruzzo ed attestazioni certificate) vanno applicati anche alle graduatorie per i servizi sociali in generale (come graduatorie asili nido, bonus scolastici dalla mensa ai libri di testo, ecc.).

E per finire:

L’Abruzzo deve uscire dalla logica istantanea e dal provincialismo politico ed assumere le caratteristiche proprie di regione nazionale ed europea ed è appunto per questo che ha bisogno di un pensiero generale e qualitativamente elevato.

 

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