La versione di Garpez: una poltrona per due


Regionali: no agli inciuci, agli accordi sottobanco, all'inganno del popolo abruzzese


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
24/01/2019 alle ore 09:15



Sono abruzzese, da almeno quattro generazioni, nonostante le mie origini più lontane siano decisamente radicate nel Mezzogiorno del nostro splendido Paese, e di cui vado fiero, ostentando l'orgoglio verace dei meridionali fieri, caparbi e testardi. 

Ma l'Abruzzo è la mia regione e non posso evitare di chiedermi quale possa esserne il futuro politico ed amministrativo, visto che gli impegni rispetto ai quali sono chiamati a confrontarsi gli aspiranti Presidenti sono molteplici e tutti di indubbio spessore.

Si va dall’esigenza di creare nuovi posti di lavoro per i giovani ed i meno giovani, alla necessità di rendere la sanità locale e l'istruzione più efficienti e meno farraginose.

Anzitutto, però, occorre prendere in mano, ed una volta per tutte, le sorti infauste e dimenticate di quanti non hanno la possibilità di avere un'abitazione degna del rispetto della vita umana e di condizioni esistenziali decorose, la cui irrinunciabilità dev'essere assunta a base di ogni programma elettorale.

Mi auguro sempre, all'approssimarsi di ogni tornata amministrativa, che venga anzitutto assicurata la trasparenza del sistema elettivo, il cui potere compete esclusivamente al popolo abruzzese.

Al riguardo, suscita qualche perplessità la dichiarazione resa, di recente, da un esponente della coalizione del centrodestra secondo cui ci sarebbe un tacito accordo per “consegnare” la Regione Abruzzo ad una delle forze in competizione, secondo una programmata logica di lottizzazione dei voti (o, se preferite, di spartizione delle poltrone), diretta ad alterare o, quantomeno, falsare il risultato delle imminenti votazioni.

Mi auguro davvero che queste esternazioni siano soltanto il frutto di un risentimento istintivo che trova origine e confine esclusivamente nell'ambito della dialettica elettorale immediatamente precedente le prossime dichiarazioni di voto.

Se cosi non fosse, le ombre del sistema corruttivo che ha caratterizzato gli anni della prima Repubblica si allungherebbero pericolosamente sulla necessità di avere una nuova luce che lasci entrate freschezza e profumo di pulito, anche nelle pur comprensibili tensioni pre-voto che agitano i sonni dei diversi candidati Presidenti e dei candidati Consiglieri proposti dalle liste civiche di riferimento.

Se così non fosse occorre fermarsi e dire “no".

No agli inciuci, agli accordi sottobanco, all'inganno del popolo abruzzese.

 

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