La Regione Abruzzo va a sciare (e spende 39mila euro)


Pazienza che ci siano ancora i segni della tragedia di Rigopiano, e che da poco sia stata riaperta un'inchiesta


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
24/01/2019 alle ore 08:57



Il dirigente del Servizio Emergenze ha messo il timbro: si parte. Sul cocuzzolo della montagna si ritroveranno 35 atleti e 15 partecipanti, in tutto cinquanta persone che costituiscono il team della squadra abruzzese che parteciperà al XVI Campionato italiano di sci della Protezione civile Plan De Corones in Alto Adige dal 28 gennaio al 2 febbraio prossimi. 

Una spesa di 39 mila euro che andrà a gravare su un capitolo di bilancio corrente, per finanziare la partecipazione di personale regionale, di volontari delle organizzazioni di volontariato. Ma al viaggio potranno aggregarsi anche “eventuali ospiti paganti”.

Mica è il primo anno, proprio no. Anche l’anno scorso, tutti sul cocuzzolo. Un’iniziativa, spiega la delibera approvata dalla giunta regionale, presenti Giovanni Lolli, Lorenzo Berardinetti, Giorgio D’Ignazio e Marinella Sclocco, che si svolge ogni anno “con grande adesione di operatori di protezione civile, alternativamente sulle Alpi o sull’Appennino”.

E la commissione speciale di Protezione civile ha “formalmente” invitato la Regione Abruzzo a partecipare. Ci saranno, a quanto pare, molte squadre regionali e il campionato sarà un’occasione per fare un bilancio sulla sperimentazione nelle scuole della campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile chiamata “Io non rischio”. Dopo il convegno si terrà una riunione tra i dirigenti regionali e il capo dipartimento Borrelli. Così, almeno, non si scierà soltanto.

Pazienza che l’Abruzzo abbia ancora i segni della tragedia di Rigopiano, e che da poco sia stata riaperta un’inchiesta a causa delle falle di quella precedente: la Regione spiega nella delibera che “la partecipazione alla manifestazione, attraverso la conoscenza e il confronto con le altre strutture regionali di Protezione civile, costituisce una indubbia crescita professionale sia per il personale regionale che per componente del volontariato”.

 

ps: Una crescita sportiva, certo.

 

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