Altro che Italia isolata, signori miei! E' proprio l'idea di Unione Europea che muore ad Aquisgrana con la firma del nuovo trattato franco tedesco. A pochi passi dalla cattedrale che incoronò decine di imperatori, cade quindi il velo della grande finzione.
Il sogno dell'Unione di storie e di popoli così diversi muore per mano di un francese ridicolo, Emmanuel Macron, eletto all'Eliseo per paura e per calcolo, rivelatosi tanto pavido quanto insicuro. E talmente spocchioso da riuscire nel giro di un anno a farsi detestare da chiunque in privato e contestare dai gilet gialli per strada.
E muore per mano di Angela Merkel, comunista convertita ma, oramai raggrinzita dalla ripetitività del potere; una che accantonata la lezione e il mandato del suo mentore/pastore Helmut Kohl (la famiglia non la volle ai funerali!) ha provato a sostituire la voglia di supremazia della spada con quella di una moneta, l'euro, forgiata ad immagine e somiglianza del marco del Reich.
Muore un'Unione più disunita che mai, con la firma occhi negli occhi di quel trattato.
Ed hanno voglia perciò a spiegare che è per il bene di tutti se ognuno, anche il più sciocco, capisce invece che è solo per spartirsi le aree d'influenza, per il loro esclusivo interesse (come sempre è stato) che l'hanno fatto, altro che per fortificarla l'Unione di Bruxelles.
Nella città amata da Carlo Magno si spegne, finalmente!, la bugia di un'unione politica continentale.
Impossibile per insanabili differenze, per insipienza, per incapacità e per calcolo.
Il nuovo trattato di pace, difesa e prosperità tra tedeschi e francesi ha quindi il merito di mettere le cose a posto. Toglie il velo ad ogni ipocrisia e tacita ogni baciapile in servizio permanente: l'Europa è stata e rimane solo un'espressione geografica.
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