Al pronto soccorso senza specializzazione: giusto così?


Pro e contro dopo il ddl 989 in commissione affari costituzionali del Senato


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
16/01/2019 alle ore 17:27



Con il Ddl 989, all’esame della commissione affari costituzionali del Senato, i futuri medici del pronto soccorso potranno fare il concorso anche senza specializzazione. Che cosa comporterebbe l’approvazione del ddl così come è stato concepito? Dopo il vulnus ideologico contro i vaccini, il rischio potrebbe essere un depotenziamento nella formazione dei professionisti.

È davvero così? Impaginato.it lo ha chiesto a Carmela De Rango, Segretario Nazionale della Cimop (Confederazione ospedalità privata) ed Ezio Casale, presidente Ordine Medici di Chieti. 


DE RANGO

Che cosa accadrebbe se il ddl passasse così come è stato concepito?

"Il ddl 989 in discussione in Senato fa riferimento, all’art.9, alla necessità di risolvere un problema di particolare rilevanza ed emergenza relativo alla carenza di medici di medicina generale. 
In particolare, al fine di scongiurare che i servizi restino privi del necessario personale, in un’ottica di semplificazione delle procedure, si prevede, al comma 1, che i laureati in medicina e chirurgia e abilitati all’esercizio della professione, iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale, possano accedere, fino al 31 dicembre 2021, all’assegnazione degli incarichi convenzionali rimessi al ccnl nazionale per la disciplina che regolamenta i rapporti con i medici di medicina generale.

Peraltro, tale disposizione, risulta essere coerente con la normativa dell’Unione Europea, (direttiva 2005/36/CE, art. 29), la quale  sancisce la facoltà degli Stati membri di esentare dalle condizione del possesso del titolo di formazione, le persone in corso di formazione specifica in medicina generale. Questa previsione sarebbe un sollievo per tante regioni i cui specifici incarichi rischiano di rimanere scoperti per carenza di medici. 
Un ulteriore emendamento all’art. 9 di tale decreto semplificazione prevede anche l’accesso ai concorsi in medicina d’urgenza anche per senza specializzazione. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di far fronte alla carenza di medici nelle strutture di Pronto Soccorso. 
Cimop si associa ‘all’accorato appello ‘ al governo, inoltrato da atre sigle sindacali, per un intervento urgente finalizzato al superamento di alcune criticità connesse, per quanto riguarda la Medicina Generale, con il disallineamento  tra il concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazioni e le selezioni regionali per l’accesso ai corsi di formazione di Mecina Generale".

Dopo il vulnus ideologico contro i vaccini, si rischia ora un depotenziamento formativo nei nuovi professionisti?
 

"Per quanto riguarda l’accesso ai concorsi in medicina d’urgenza senza specializzazione, è  un po’ come ritornare indietro, a dimostrazione delle azioni fallimentari attuate da tutti i governi che non hanno saputo pianificare un numero congruo di medici rispetto alle esigenze del territorio. È necessario trovare una soluzione intelligente che garantisca soprattutto la sicurezza del paziente. È cosa certa che per alcune specialità la carenza di specialisti è molto rilevante e l’impossibilità di utilizzare le risorse disponibili sul mercato è ancora di più sentita nel settore privato.

A parità di disponibilità, i medici preferiscono collocarsi negli ospedali pubblici. Questo soprattutto perché vecchie normative impediscono l’equiparazione dei titoli di carriera tra pubblico e privato accreditato con il SSN, pur svolgendo le stesse operatività e soggiacendo alle stesse regole. Seconda motivazione sono le tabelle retributive nettamente inferiori per un medico che lavora nelle aziende sanitarie private accreditate. La carenza di medici è pertanto ancora più sentita dalle aziende ospedaliere private. 
Al momento, se non intervengono ulteriori modifiche, il decreto, in merito all’emergenza, prevede un accesso per chi ha maturato negli ultimi 10 anni almeno quattro anni di servizio presso i servizi di emergenza urgenza ospedalieri del SSN. Ora mi chiedo, se un medico ha svolto il proprio servizio per 4 anni in una tale disciplina perché non dovrebbe poter accedere al concorso? 
Voglio anche intervenire sul recente pronunciamento della Corte Costituzionale a favore di un provvedimento assunto da Regione Lombardia, che consentirebbe l’utilizzo dei medici in formazione negli Ospedali. Con sentenza depositata lo scorso 27 dicembre, la Corte costituzionale ha respinto il ricorso del ‘Governo Gentiloni’ contro l’art. 34 della legge regionale 33 del 2017 che introduceva la possibilità per gli specializzandi di partecipare alle attività assistenziali negli ospedali. 
Questa sentenza é molto importante perché permette ai giovani medici di acquisire competenze e autonomia professionale come accade nella maggior parte dei Paesi europei".

CASALE

"Si tratta di un emendamento che era già stato presentato in passato, poi ritirato e ripresentato successivamente in una delle ultime sedute della commissione. In realtà è un emendamento che va a tamponare una situazione che si è venuta a creare, situazione di emergenza perché i pronto soccorsi sono i servizi più nevralgici, importanti di un’azienda ospedaliera. Purtroppo c’è una carenza di personale che si prevede anche per i prossimi anni, per il combinato disposto tra pensioni a Quota 100, fuoriuscite già previste, naturali e la scarsità di nuovi specializzandi fatta dalla programmazione degli anni precedenti. Già ora siamo in sofferenza per carenza di medici.

Questo provvedimento, quindi, dovrebbe servire a tamponare una situazione d’emergenza nell’emergenza sanitaria. Bisogna tuttavia considerare che si tratta di una cosa che va un po’ contro la legge, la normativa esistente, tant’è che si può accedere ai concorsi soltanto avendo conseguito il titolo di specializzazione. C’è una situazione un po’ anomala in questo momento. È vero che loro hanno inteso di poter partecipare a questi concorsi, però deve trattarsi di personale medico che comunque maturato un’esperienza negli ultimi 10 anni, di almeno 4 anni in servizi di pronto soccorso, servizi di emergenza urgenza in reparti ospedalieri. Questo servirebbe un po’ a mettere a tacere le varie voci discordante levatesi su questo provvedimento. Chiaramente, tali medici assunti, mentre lavorano dovrebbero continuare un percorso di specializzazione per regolarizzare le loro posizioni". 

"Se si rischia un depotenziamento formativo nei nuovi professionisti? Credo di no, perché ci sono sempre state persone, cittadini, qualche appartenente al mondo scientifico che sono contrari o scettici per quanto riguarda le vaccinazioni. Diciamo che i risultati della scienza ufficiale sono favorevoli ad essi, la stragrande maggioranza ne dimostra l’efficacia per cui non credo vi sarà depotenziamento nelle future generazioni. Si continuerà a credere nelle vaccinazioni perché mai abbassare la guardia. Abbiamo infatti visto cos’è accaduto nel momento in cui sono state ridotte in Italia e in Europa, con la ripresa di certe malattie che possono essere gravi o addirittura mortali tipo morbillo e altre". 

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