La cena e i colpi bassi: chiusa lì ma non per i suoi avversari


Giovanni Legnini che trova lì l'imprenditore toscano Luigi D'Agostino e il giudice arrestato due giorni fa


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
16/01/2019 alle ore 09:06



La notizia è di qualche tempo fa, la famosa cena romana alla quale partecipa Giovanni Legnini che trova lì l’imprenditore toscano Luigi D’Agostino e il giudice arrestato due giorni fa nell’ambito dell’inchiesta della procura di Lecce. Notizia vecchia ma ghiotta in campagna elettorale, nonostante il gip annoti nell’ordinanza che lui, l’ex vice presidente del Csm, non sapeva che lì avrebbe incontrato quei due. Legnini lo aveva già detto ai magistrati: 

“Non ero previamente informato o comunque a conoscenza della presenza di uno dei due Giudici indagati e del suo amico imprenditore alla cena alla quale ero stato invitato”.

“E se avessi saputo della loro presenza – aggiunge ancora il candidato del centrosinistra – certamente non sarei andato a quella cena privata con 30 persone a casa di un mio ex collaboratore. Peraltro, come risulta dagli atti di indagine, trattai con molta freddezza il magistrato in questione, nei cui confronti pendeva un procedimento disciplinare, proprio perché irritato dal suo tentativo di avvicinarmi. Ciò riferii quale testimone alla Procura di Firenze che stava svolgendo le indagini”.

“La vicenda, per quel che mi riguarda, si è chiusa lì”.

Si è chiusa lì ma non per i suoi avversari politici che ieri l’hanno rilanciata in tutte le salse. La prima a cavalcarla Sara Marcozzi, la candidata dei 5 stelle, tra l’altro una che ha fatto pratica legale proprio nello studio di Chieti di Giovanni Legnini.

“Apprendo dagli organi di stampa che il nome del candidato Presidente dell’Abruzzo del centro sinistra Giovanni Legnini è finito sull’agenda dell’imprenditore Luigi Dagostino, accusato di corruzione in atti giudiziari. Accusa che ha portato gli inquirenti di Lecce a procedere all’arresto dei magistrati del Tribunale di Roma Antonio Savasta e Michele Nardi. Le smentite e le prese di distanza di facciata che leggiamo sui canali social di Legnini non bastano più a nessuno.

Ascoltare da un ex Vicepresidente del CSM una serie continua di ‘Io non sapevo’, ‘Se avessi saputo non sarei andato’, ‘Sono stato freddo nei loro confronti’, sono scuse frettolose e maldestre. La difficoltà evidente di Legnini si palesa quando tenta affannosamente di sminuire una notizia rilanciata da tutte le agenzie di stampa spacciandola per un attacco dei suoi avversari politici.

Tutte questioni che lascerebbero intendere una commistione tra politica e istituzioni gravissima: il superamento disinvolto e sistematico del principio di separazione tra i poteri, uno dei principi fondamentali dello stato di diritto e della democrazia liberale.

Legnini rappresenta in tutto e per tutto l’ancien règime che si nasconde dietro a liste civiche che col civismo non hanno niente a che fare. Gli abruzzesi meritano di più di questa continua pantomima e sono sicura che il 10 febbraio lo dimostreranno nelle urne”.

Insomma, l’ex allieva non esita a sparare a zero sul suo avversario, nonostante il nome di Legnini nell’inchiesta sia stato fatto solo come testimone. Eppure lui qualche giorno fa, in un’intervista all’Huffington post, di Sara Marcozzi sua praticante legale, aveva parlato così:

“Preferisco non dare giudizi su di lei come persona, è una donna nei confronti della quale non dirò mai una parola non positiva anche in virtù dell’esperienza cui lei si riferisce”.

Un giudizio politico però si può dare, ha insistito il giornalista.

“Reputo candidatura e lista del tutto inadeguati a governare una Regione molto difficile e con moltissimi problemi da affrontare e risolvere”.

Insomma, una risposta misurata ed elegante.

Le agenzie rilanciano l’attacco di Movimento cinquestelle e della Lega e Legnini alla fine è costretto nuovamente a replicare:

“L’attacco che mi viene rivolto dalla Lega abruzzese e dal Movimento 5 Stelle è chiaramente strumentale. Non c’è alcuna grana che mi riguardi e a scriverlo è lo stesso Giudice delle indagini preliminari nell’ordinanza di arresto di due magistrati pugliesi.Si tratta di una notizia vecchia, già nota e chiarita sette mesi fa ed ora la Lega intende cavalcarla e strumentalizzarla solo per ragioni elettorali, non avendo altro cui aggrapparsi, logicamente anche il Movimento 5 Stelle si è accodato e questo si commenta da sé.”

Ma la sensazione è che il gioco si è fatto sporco, e d’altronde i sondaggi danno Legnini in netto recupero e i Cinquestelle molto nervosi. C’è chi ieri ha paragonato le foto dell’inaugurazione del comitato della Marcozzi a Chieti con quelle di Legnini: nelle prime una trentina di persone che brindano, nelle seconde una folla straripante che ha costretto il candidato del centrosinistra a fare la conferenza stampa in strada.

 

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