Una frase che gli era costata anche una certa freddezza col presidente Luciano D’Alfonso, proprio all’inizio del suo mandato da sindaco:
“Il mio ideale politico e umano? Giovanni Legnini”.
Disse così Marco Alessandrini appena eletto in un’intervista al Centro e il giorno dopo gli si scatenarono contro tuoni e fulmini dalfonsiani. Gelosia alle stelle. Gliela fece pagare il governatore, e ancora oggi, si racconta, se può uno sgambetto glielo mette: è uno che non dimentica e la rivalità col vice presidente del Csm continua a viverla molto male.
Ma siccome nel momento del bisogno (e della difficoltà) vanno tutti da Legnini, ieri il sindaco di Pescara non ha fatto eccezione. Rimpasto quando e come, Veronica sì o Veronica no, la sostituzione della Scotolati con la Di Carlo, le pressioni, le richieste sempre più esorbitanti dei Teodoro: insomma, Alessandrini al momento non sa proprio che pesci prendere. Logico che voglia un consiglio, anche perchè a metterci (o rimetterci) la faccia è sempre lui.
E poi la candidatura alle Politiche: il sindaco ci sta facendo un pensierino ma siccome in tanti sono in lista di attesa, è chiaro che voglia il parere da chi, prima di assumere una carica istituzionale così importante, ha vissuto da vicino la politica romana.
Legnini e Alessandrini a un convegno
Così ieri Alessandrini ha trascorso due ore sotto la palma dello stabilimento Riva d’Oro alla Pineta di Pescara col vice presidente del Csm Giovanni Legnini e la moglie Anna Rita (e l’auto della scorta, parcheggiata in mezzo alla carreggiata davanti a un’aiola spartitraffico, naturalmente per motivi di sicurezza, non è passata inosservata ai bagnanti di Riva d’Oro).
ps: della serie: la saggezza è merce rara in questa Regione, meglio cercare a Roma. Non si sa mai.