L'ultima mossa. Forse. E, insomma, Berlusconi ci proverà con Checco Zalone.
Passato, suo malgrado, dall'esaltante stagione dei "professori" alla deprimente realtà dei portaborse, Il Cavaliere ha ben chiaro che i neuroni di Forza Italia si sono belli che atrofizzati.
La sua creatura politica, messa in piedi giusto un quarto di secolo fa, non ha futuro. Bei tempi andati quelli in cui al suo desco trovava seduti Lucio Colletti, Piero Melograni, Antonio Martino, Giorgio Rebuffa e tutti gli altri. Che tristezza il confronto con l'attuale gruppo dirigente.
E, purtuttavia, non essendo da lui darla vinta a quel borioso di Matteo Salvini che l'ha messo all'angolo, ecco l'idea di provare a intaccarne il consenso non con la politica ma, con la fulminante ironia, col cazzeggio nazionalpopolare e con la satira mai sguaiata del comico campione d'incassi cinematografici.
Randellarlo a colpi di risate. Lui e i grillini.
Una operazione, hanno ragionato a Arcore, che da commerciale può diventare politica e contare, quindi, sulla più che trasversale solidarietà dello 'Stato profondo'. Di tutti quelli cioè che non sanno più come mantenersi a galla vista l'insistente marea di consensi per i gialloverdi al governo.
È un fatto che il contrasto a Salvini e Di Maio sia oggi esercitato in maniera trasversale da quelli che, prima, erano nemici giurati. È un fatto che, naufragato Renzi nella sua stessa presunzione, non si veda ancora altro campione all'orizzonte. È un fatto che proprio Giornale, Corriere della Sera, Repubblica e Stampa, moschettieri della seconda repubblica, siano i più decisi a sparare ad alzo zero contro il governo senza, però, riuscire ad ottenere risultati.
Anzi. Registrando una dolorosa e costante erosione di lettori. Ed è perciò chiaro che per infastidire i due firmatari del contratto ci voglia altro.
Il più svelto a capirlo è stato, come al solito, il Cavaliere. Che ha tirato fuori l'idea di puntare sul comico pugliese stavolta pure regista del prossimo film distribuito da Medusa. Un film che Checco Zalone, alias Luca Medici, sta girando tra Italia meridionale e Africa e col quale dovrebbe ridicolizzare i grillini e l'iperattivismo del ministro degli Interni.
Con l'ambaradan ci-ci co-co del politicamente corretto, del pensiero unico radicale, cattolico e terzomondista che seguirebbe a ruota.
Certo, i tempi stringono. E non è scontato che il film sia pronto per essere distribuito prima del voto europeo. Per fortuna, nel frattempo, ci sarà Sanremo, col palco dell'Ariston già approntato per ricevere e divulgare in ogni casa i sermoni del neo profeta buonista Baglioni e del comprimario Bisio.
Poi verrà l'ora di Checco Zalone. L'ultima mossa.
twitter@ImpaginatoTw