Abruzzo, abruzzesi e rostelli


Pure Salvini, nel suo discorso di Montesilvano, una gaffe l'ha fatta: "L'Abruzzo tornerà agli abruzzesi e non ai padrini e ai padroni romani"


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
10/01/2019 alle ore 09:00



Non solo le prese per i fondelli, quelle serie, riferite ai manifesti di Marco Marsilio, quelli per intenderci dove campeggia la scritta “Prima gli abruzzesi”.

Abruzzesi quali? Lui, ribattezzato il console romano per il suo curriculum tutto laziocentrico (che, come ricorda il professor Enzo Di Salvatore, è nato a Roma, vive e lavora a Roma, è stato consigliere della I circoscrizione di Roma dal 1993 al 1997), è stato eletto al Consiglio comunale di Roma (dal 1997 al 2008), è stato eletto alla Camera dei deputati nel 2008 nella circoscrizione Lazio 1, dal 2015 è coordinatore regionale di Fratelli d’Italia nel Lazio, è stato eletto al Senato della Repubblica nel 2018 nella circoscrizione Lazio 1), che si aggrappi a uno slogan così fa un po’ ridere tutti. 

D’altronde, per restare in tema, pure Matteo Salvini, nel suo discorso di Montesilvano, una gaffe l’ha fatta:

“L’Abruzzo tornerà agli abruzzesi e non ai padrini e ai padroni romani”.

In molti hanno fatto notare che forse è stato un lapsus freudiano, e che quindi in realtà si riferiva proprio a Marsilio (d’altronde, che la Lega parteggi per i Cinquestelle è un’ipotesi accreditata, confermata se possibile dalla freddezza del ministro dell’Interno proprio nei confronti del candidato Marsilio, che ha tenuto sui fuochi ardenti fino alla vigilia di Natale).

E a proposito di fuochi ardenti, braci e fornacelle, il povero Marsilio è finito in una gag di quelle che starebbero bene, anzi benissimo, sulla pagina dell’”Abruzzese fuori sede”: a novembre, già in odore di candidatura, cosa posta su Facebook? Proprio una fornacella, con gli arrosticini sì ma in un mix confuso di costolette e braciole.

Ed è stato l’apriti cielo: un insulto all’Abruzzo, rimarcano gli oppositori a caccia di scivolate, e ogni giorno ne trovano una, perché ignorare il valore dell’arrosticino, che va cotto rigorosamente con la canalina e mai insieme alle altre carni, per gli abruzzesi è come insultare la mamma. Insomma, un elemento identitario, mica una cosa da mangiare e basta, così come viene. Haivoglia a dichiararsi abruzzese, di origine di nonni bisnonni e via antenateggiando: Marsilio in questa lotta impari è proprio perdente. “Atto di inaudita gravità” quello del ostello in mezzo alle costolette e sulla fornacella, sfottono i democratici.

ps: consigli per gli acquisti (elettorali). Potrebbe dire semplicemente: sono sempre stato a Roma, non mi sono mai interessato dell’Abruzzo ma cercherò di essere un buon presidente (in caso di elezione).

 

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