Con l’entrata in vigore (nei prossimi mesi) del reddito di cittadinanza, di cui entro il 15 gennaio si avranno notizie più certe per ciò che concerne la sua strutturazione, il popolo delle partite Iva potrebbe risentirsi, dato che alcuni di loro guadagnano meno di quanto verrà assegnato a coloro che usufruiranno del suddetto reddito.
Come reagisce il popolo delle partite Iva? Quali i vantaggi della manovra del governo? Impaginato.it lo ha chiesto al direttore del magazine Il Giornale delle Partite Iva, Dario Tiengo.
La manovra del Governo porta vantaggi per le libere professioni? Quali?
La manovra del Governo porta vantaggi per quella parte di partite Iva con l’aliquota bassa e quindi con la Flat Tax al 5%. Questo è sicuramente importante per una fascia numerosa ma limitata ovviamente ai ricavi fino ai 65.000 euro. Quindi, questo è un vantaggio evidente per i professionisti e anche per gli studi ecc.
Pro e contro della fatturazione fiscale.
Da un lato è sicuramente un’opportunità di risistemazione e anche di trasparenza e ciò porta, a lungo termine, dei vantaggi. Ci sono delle problematiche notevoli che riguardano la strutturazione che tutti devono fare per accedervi. Innanzitutto, la cosa buona è che abbiano spostato le penali alla seconda parte dell’anno, nel secondo semestre perché in questa prima parte dell’anno c’è un tale caos…
Ovvero?
Noi abbiamo l’abitudine di arrivare sempre all’ultimo momento. In questi giorni c’è agitazione per mettersi in regola. È sicuramente una cosa che può dare spunti notevoli nella sistemazione della parte amministrativa, nella trasparenza fiscale e per eseguire controlli sull’evasione però il governo precedente ha varato questa cosa con grande velocità ma con poca attenzione ai problemi reali, organizzativi che tutte le aziende hanno, al di là di questo Paese.
In particolare quelle piccole sono in grande difficoltà perché ci sono delle procedure da seguire, ci sono le aziende che fanno servizi per le aziende che avranno fatto mille proposte…insomma, c’è un gran caos e speriamo che nei primi 6 mesi la cosa risolva anche perché, ripeto, oggi, non essendoci sanzioni, in qualche modo hanno messo una “pezza”.
Come reagisce il popolo delle partite iva al reddito di cittadinanza?
Male. Il popolo delle partite Iva è composto da professionisti, piccole aziende, tutte persone che lavorano e hanno costruito la propria rendita su una scelta di libertà. Ci sono poi le partite iva obbligate, come sappiamo bene, e in entrambi i casi si tratta di gente che lavora e non so in quale in parte d’Italia, però si dice “si fa un mazzo così”. A parte che sapremo solo entro il 15 gennaio come sarà realmente strutturato, ma al di là di questo chi lavora già o chi fa una gran fatica per portarsi a casa meno del reddito di cittadinanza chiaramente non ha una reazione positiva…
Il Governo ha invitato le imprese a Palazzo Chigi: al Nord che esigenze stanno emergendo in concreto?
Le esigenze sono quelle di sempre: semplificazione, minor tasse. Le mani un filo più libere per riuscire a lavorare senza la montagna di adempimenti che ogni azienda ha, mentre dall’altra parte c’è un discorso di sgravio fiscale, di abbassamento delle tasse che è fondamentale e che è stato fatto solo su una parte di partite iva che arrivano fino a 65.000 euro... ma la questione è molto più spessa.
Altra cosa, che sottolinea un problema che sta in tutta la manovra è l’assenza di strategia industriale, di prospettiva. Noi, oggi, come strategia industriale, l’unica cosa che abbiamo ben chiara è che una parte di Governo non vorrebbe fare infrastrutture. Questa è una cosa gravissima per quanto riguarda la visione di un’azienda normale del centro nord e del Sud, perché non si tratta di una questione territoriale…è una questione di sviluppo, di creazione di nuovi posti di lavoro…da questo punto di vista, la strategia del Governo non si vede molto.
Che cosa comportano per la ripresa i tanti denari investiti in misure assistenzialistiche?
Il fatto che ci siano dei provvedimenti che vadano incontro a chi ha pochissimo ci sta, ma la questione fondamentale è l’assenza di investimenti. Aumentare il debito in una determinata fase si può anche fare, ma lo si fa investendo in attività industriali, di sviluppo economico…
C’è un’indicazione di sviluppo di settori?
L’industria 4.0 è praticamente scomparsa. E con questo non sto dicendo che prima era meglio, perché prima non mi interessa. Prima sono state fatte delle cose, alcune bene, molte altre male, però c’era un’idea di strategia, giusta o sbagliata che fosse…Quando guardo alla manovra di uno Stato, voglio capire dove porta. Faccio un esempio semplicissimo: i figli, quando devono andare all’Università chiedono: ‘cosa devo studiare per lavorare’? Quello che voglio dire è che se nel Paese non c’è una visione di sviluppo, è molto difficile muoversi.
Altra cosa, hanno convocato il tavolo delle aziende…ma li convocassero prima, per carità. Non si convoca dopo aver fatto le cose. Una volta c’era la finanza creativa, ora c’è la politica creativa: il Governo prima fa i provvedimenti e poi convoca per vedere se vanno bene…
Cosa c'è nella manovra di quel riformismo che serve all'industria italiana?
Francamente di riformismo non vedo molto. Non c’è una visione, a parte alcuni piccoli provvedimenti. Ciò che si evince è che non c’è un tentativo organico, un tentativo che in qualche modo rientri in un cerchio di competenze e conoscenze che lo sostengano. Stiamo parlando, comunque, di una manovra che vede i suoi due assi (quota 100 e reddito di cittadinanza) senza ancora una definizione completa.
Un salto nel buio?
Se si fa una manovra e poi si devono fare delle leggi successive per chiarire quello che c’è nella manovra vuol dire che ci possiamo aspettare ancora di tutto. Voglio dire, quanti sono coloro che accederanno al reddito di cittadinanza? C’è chi è andato sul balcone a dire di aver abolito la povertà ma la povertà sono 4 milioni e più di cittadini italiani. Alcune bozze che circolano dicono che il reddito di cittadinanza spetterà a circa 1 milione e 300mila italiani…smettiamola di fare enunciazioni che poi non corrispondono alla realtà. Ogni volta si raccontano delle storie, poi si modifica ecc. ma il riscontro è sempre quello che una bugia detta mille volte diventa una verità…
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