Verso le Regionali, Benedetto: "Il centrodestra? Ridotto a una fiction...anche in Abruzzo"


Il presidente della Fondazione Einaudi a Impaginato: "Sarebbe stato interessante se qui ci fosse stato un vero rimescolamento di carte"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
03/01/2019 alle ore 09:06



"Il centrodestra? Ridotto a una fiction...anche in Abruzzo". Così il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, che analizza la situazione politica in vista delle elezioni regionali. 

Regionali d’Abruzzo, perché sembra tutta una matassa senza logica?

Perché una matassa senza logica sembra la politica nazionale e dunque l’Abruzzo non fa sicuramente eccezione…Quello che sta avvenendo e vediamo con un certo sgomento nella politica nazionale si trasferisce in egual misura nella situazione abruzzese. 

Fratelli d’Italia ha espresso il candidato: crede sia il migliore?

Non conosco Marsilio e non mi lancio in giudizi. Una cosa però voglio dirla: come diciamo sempre (io e qualcun altro che la pensa come me), il centrodestra e il centrosinistra sono delle fiction, delle finzioni che per 20 anni hanno avuto in questo Paese il loro motivo d’essere ma che dall’avvento di Berlusconi al tramonto del berlusconismo non hanno più nessun motivo…Ecco perché mi chiedo come si fa ad essere capitati in una situazione in cui non esiste più il centrodestra, cosa evidente, senza bisogno di fare sofisticate analisi politiche: metà è al Governo, un terzo all’opposizione, un terzo non si sa dove. Potrei dire lo stesso, in verità, del centrosinistra, per cui non so se Marsilio sia un buon candidato o meno. Non capisco quell’operazione. Quando si fanno operazioni solo per vincere e con l’idea che mettendo tutto assieme si possa vincere, in genere si finisce anche per perdere.

Perché non anticipare gli avversari e puntare sulla Lega?

Perché ovviamente, se si dividono a tavolino le regioni d’Italia, dando la regione che per loro conta meno all’alleato che conta meno, il risultato è questo. Il problema di fondo è che non esiste più il centrodestra: si tiene in piedi una finzione, si fa finta che ci sia il centrodestra. Questo posso affermarlo sotto ogni punto di vista, da quello politico elettorale a quello politico culturale a quello politico europeo. 

Il M5s punta su onestà e nuovo: la politica degli slogan può bastare a governare?

Il Movimento 5 Stelle può finire per vincere la prima regione d’Italia perché a metà tra il cosiddetto centrodestra e il cosiddetto centrosinistra che finiranno per elidersi. Il centrosinistra ha scelto un candidato sicuramente autorevole ma che secondo me non potrà vincere perché sconta mille problemi tra cui la crisi profonda e irreversibile del Pd.

Nonostante ciò, egli pesca in un bacino di elettori del ceto medio, un elettorato che in Abruzzo è ben presente e che probabilmente toglierà una certa percentuale di voti al cosiddetto centrodestra: ciò porterà i due raggruppamenti ad elidersi a vicenda e paradossalmente, pur perdendo voti (e ne perderà tanti), il M5s potrebbe anche finire per vincere per via di questo fenomeno tutto abruzzese. 

Come Giovanni Legnini può essere discontinuità rispetto a D’Alfonso?

Il problema non è Giovanni Legnini, né D’Alfonso né un redivivo Enrico Berlinguer, perché con questo Pd c’è poco da fare. Oggi, la gente identifica il Pd con il vecchio assoluto e il problema non è più neppure il candidato. Sarebbe stato interessante se ci fosse stato un vero rimescolamento di carte in Abruzzo, però ha prevalso la voglia di conservazione, di conservare il vecchio piuttosto che puntare sul nuovo. 

Il mondo del civismo quale apporto può dare a politica e politici?

Sono molto politico, per cui credo che il civismo vada inserito in una logica politica…non credo in un civismo fine a se stesso. Vedo e noto che in Italia vi sono molte istanze civiche e alcune anche di livello. Noto che queste tentano di andare a colmare un vuoto della politica, ma il vuoto della politica…va colmato dalla politica.

In momenti del genere nascono istanze cosiddette civiche ma il problema vero è che non c’è più la politica, il confronto tra idee diverse e tutte rispettabili. Se uno grida onestà (che non vuol dire assolutamente nulla) e l’altro risponde ‘attenzione arriva il pericolo dell’immigrato’ ecc. e le due persone che urlano queste cose governano insieme, è chiaro che tutto ciò non c’entra più niente con la politica…

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