Strabismo e politica (con Socrate e Machiavelli) nell'ultimo libro di Attilio Danese


La presentazione venerdì 4 gennaio a Teramo


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
03/01/2019 alle ore 09:22



Si intitola “All’Ombra del Principe. La politica dalle origini a Machiavelli” ed è l’ultimo libro di Attilio Danese, già professore di Filosofia Politica all’Università di Chieti e Teramo, all’Unidav di Torrevecchia e all’Itam di Chieti.

L’opera, edita da edizioni Rubbettino, Soveria Mannelli 2018, verrà presentata venerdì 4 gennaio 2019 a Teramo, alle ore 17 nella Sala della Fondazione Tercas. Per l’occasione, in cui vi sarà spazio anche per un dibattito sui temi sempre scottanti della politica, interverranno il presidente della Fondazione Enrica Salvatori, il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e Simone Gambacorta modererà gli interventi di Luigi Ponziamo, Elso Simone Serpentini e Fiore Zuccarini. Si esibirà il coro SempreVerdi Singers diretto da M. Concetta Di Biase. Per saperne di più sul libro, Impaginato.it ha intervistato l’autore, che ci ha illustrato i punti cardine della sua opera.

All’Ombra del Principe. La politica dalle origini a Machiavelli. Com’è nata l’idea di scrivere questo libro? 

Ho insegnato per quasi 40 anni filosofia politica ed è una mia inclinazione quella di porre attenzione agli elementi politici. Da giovane, per alcuni anni, ho anche militato in un partito, per cui l’ho sperimentata anche da vicino. In seguito mi sono convinto che non valesse la pena restare nella mischia, per cui ho preferito cominciare a riflettere su di essa, formando gli altri a quella che, secondo i miei canoni, fosse una politica “buona”, ricca di criteri di eticità.

Non a caso ho dedicato questo libro a una persona che conosco che ha fatto politica e ritengo di essere testimone credibile di una politica eticamente sostenuta. L’idea prossima è scaturita dall’esigenza (dato che insegnavo filosofia politica nel seminario di Chieti) di un manuale diverso, non il solito volume universitario in cui spesso e volentieri manca tutta la parte cristiana: le rivoluzioni nascoste del Vangelo, dei padri, degli autori medievali.

Esse vengono saltate a piè pari salvando Sant’Agostino, San Tommaso, Marsilio da Padova ecc. Si tratta di un modo per fornire agli studenti uno strumento più completo. Un’altra ragione per cui ho realizzato quest’opera nasce da una riflessione: ‘perché oggi c’è uno stile urlato della politica, uno stile di propaganda continua, promesse roboanti e poco mantenute?’ La risposta mi riconduceva al pensiero di Machiavelli. Come fare a dialettizzare tale istanza con una teoria non mediata? La mediazione l’ho trovata nel lavoro di Gramsci che nei “Quaderni del carcere” dedica il quaderno tredicesimo alla lettura del Principe di Machiavelli. Ciò mi ha dato lo spunto per approfondire. 

Quali sono i temi cardine dell’opera?

Il libro è suddiviso in due parti: la prima è molto storica e ricostruisce il lento cammino della politica raccogliendo la voce degli autori, dal lontano Oriente all’antica Grecia a Roma. Per esigenze di completezza, non si è preso spunto solo dagli autori di storia della filosofia politica o di filosofia politica ma anche dai poeti lirici, tragici della Grecia, da Aristofane, dagli storici. Si è cercato di non trascurare il contenuto culturale proveniente dalle suddette fonti.

Il capitolo della svolta è l’ottavo, perché pone l’attenzione sul confronto tra Machiavelli e gli utopisti. Mi sembrava di dover rispondere a un invito, quello di declinare insieme Socrate e Machiavelli. L’autrice Simone Weil che è stata oggetto di attenzioni precedenti a questo lavoro, diceva che “per fare una buona politica bisognerebbe riconciliare Socrate con Machiavelli”. In Socrate, in media, c’era un’alba di ispirazione cristiana, mentre Machiavelli non si può trascurare perché la logica della forza c’è e dice la sua a volte con veemenza, altre in modo più subdolo…

A tal proposito riporto un episodio molto significativo in cui i cittadini di Melos mandarono ambasciatori ad Atene per trattare la resa dopo essere stati distrutti dai questi ultimi…il porto politico di Atene, Pericle in particolare, diede ordine all’ambasciatore di riferire: “Non si è mai sentito tra gli dei e tra gli uomini che chi perde può trattare”. La seconda parte del libro offre un’analisi dal punto di vista sociologico politico: perché la democrazia è in crisi?

Perché è malata, avvelenata? Parlo di morte della democrazia rifacendomi agli input provenienti dalla letteratura sull’argomento. Di fronte a tale situazione, come uscirne? Questa è la domanda che pongo anche ai lettori. Dò qualche spunto ma non lo ritengo io stesso esaustivo. 

Quanto è importante mantenere un certo “strabismo” nella politica contemporanea?

Ciò che auspico è proprio lo strabismo Socrate con Machiavelli. Se si perde completamente di vista la spinta etica, credo che non si possa poi non constatare che l’etica viene predicata da chi non la pratica o praticata da chi non la predica. Lo strabismo è essenziale per chi volesse occuparsi di politica o anche essere cittadino attivo.

Questo libro si rivolge non solo ai politici ma anche a chi vuole riflettere sulla politica, a chi si pone delle domande. Il fatto di non offrire soluzioni esaustive è una scelta per poter innescare una riflessione. Alla presentazione del libro che si terrà venerdì 4 gennaio 2019, ho invitato due intellettuali della città di formazione diversa, proprio per comprendere se c’è interesse per il bene comune e non solo per il popolo. Un altro equivoco è quello del popolo. Il popolo senza lo strabismo ha condannato Gesù Cristo, Socrate…ecco perché il testo offre uno strabismo tra Socrate e Machiavelli, popolo e popolarismo e tra sovranità popolare e Unione federale Europea. 

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