Cari amici, perdonerete l'ennesimo titolo sarcastico e decisamente criptico ma, credetemi, ancora una volta ritengo di poter essere giustificato dal dilagante allarmismo che, da un paio di mesi, si sta diffondendo tra i milioni di fruitori (tra cui, ovviamente, il sottoscritto) della più famosa e cliccata piattaforma web, fondata il 14 febbraio 2005, che consente la condivisione e visualizzazione in rete di video. Sto parlando di Youtube.
La preoccupazione (perché il panico è un sentimento che va riservato ad avvenimenti di gran lunga più seri) che circola tra i navigatori della rete, nonché tra gli stessi fondatori e gestori della piattaforma, risiede nella circostanza secondo cui, a seguito della recente approvazione della riforma sul diritto d'autore (o “copyright”, se preferite) da parte del Parlamento Europeo si andrebbe a modificare il sistema di libera circolazione delle informazioni online che, ad oggi, rappresenta la caratteristica predominante del web.
La nuova direttiva europea sul diritto d'autore, all'art. 13 – che è quello che ci interessa da vicino – prevede che tutte le piattaforme basate su contenuti creati dagli utenti (chiamate piattaforme UGC, acronimo di User Generated Content) sono direttamente responsabili dei contenuti caricati dai loro iscritti. Ciò significa che se qualche utente carica un video coperto da copyright, Youtube ne risponde direttamente perché ha la responsabilità di controllare il contenuto di tutto il materiale caricato.
E, quindi, queste piattaforme sarebbero costrette a rimuovere milioni di video coperti da copyright e caricati senza autorizzazione. Ad ogni modo, sappiate che prima di trovare un bell'abito nero e di suonare le campane a morto per l'agonizzante Youtube c'è ancora tempo. La direttiva del copyright sarà, infatti, analizzata nei negoziati tra istituzioni europee e stati membri.
C’è ancora una possibilità che non sia adottata, ad esempio, in Italia nel caso in cui il nostro Paese la ritenga non conforme al proprio diritto interno. Ovviamente, il mancato recepimento di una direttiva europea sufficientemente precisa e dettagliata (come sembra essere quella sul “nuovo” diritto d'autore) potrebbe comportare una condanna del nostro Stato da parte della Corte di Giustizia della CE.
Ma questa è un'altra storia.
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