Asl di Chieti, Flacco prorogato


Volevano farlo, a tutti i costi. E l'hanno fatto, nella giunta del 20 dicembre scorso


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
22/12/2018 alle ore 12:26



Volevano prorogarlo, a tutti i costi. E l’hanno fatto, nella giunta del 20 dicembre scorso. Solo che c’era un problema, come ha fatto notare l’Avvocatura regionale: le nuove nomine e persino le proroghe rientrano nella straordinaria amministrazione, mentre l’attuale giunta guidata dal vice presidente Giovanni Lolli deve attenersi necessariamente all’ordinaria amministrazione. 

E allora, gira che ti rigira, hanno pensato di prorogarlo ma solo fino al marzo 2019, allineandolo all’altro manager in scadenza, Rinaldo Tordera. Ma rimaneva un altro problema: non potevano chiamarla proroga.

E allora si sono dovuti inventare un altro nome. Fatto sta che alla fine il direttore generale della Asl di Chieti Pasquale Flacco resterà in carica fino al nuovo anno, il 15 marzo appunto: la giunta regionale abruzzese gli ha accordato una proroga di tre mesi (il suo contratto triennale sarebbe scaduto proprio oggi), giusto il tempo necessario per portare al traguardo il project financing Maltauro (e per fare un po’ di campagna elettorale).

E infatti la delibera recita testualmente:

“….in considerazione dell’imminente scadenza in regime di prorogatio non si evidenzia “altra strada percorribile” se non quella di procedere alla rideterminazione del termine contrattuale di durata, da contenere necessariamente in un lasso di tempo breve, anche sulla scorta di esperienze di altre Regioni italiane…”,

ecco che fanno la proroga ma la chiamano con un nome diverso, “rideterminazione della durata dell’incarico del direttore generale della Asl di Lanciano-Chieti, che sempre proroga è.

Per il manager dell’Aquila, invece, il cui contratto va a scadenza naturale il 15 marzo 2019, nessuna necessità: ci penserà la nuova giunta, scrivono in delibera. Per lui una scadenza che può essere considerata “un margine temporale sufficiente al l’espletamento delle attività amministrative volte ad avviare le procedure di nuova nomina”.

Le ragioni di tanto impegno? Le scrivono nella terza pagina della delibera:

“Nell’ottica di assicurare l’interesse pubblico correlato alla funzionalità del servizio sanitario e la minore invasività sulle scelte della futura amministrazione”

Ps: quanta magnanimità.

 

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