Legnini? Darà autorevolezza e ricucitura all'Abruzzo. Parla Fina


E sulle promesse grilline: "La polemica con l'Ue solo propaganda. Attenzione alla rabbia della gente"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
21/12/2018 alle ore 15:51



Elezioni regionali in Abruzzo alle porte, manovra italiana in Europa approvata ma ridimensionata, un momento non facile per l’Abruzzo e per l’Italia che vede sorgere tanti interrogativi e dubbi all’orizzonte sul futuro della Regione e del Paese.

Ne abbiamo parlato con Michele Fina (Responsabile Nazionale Università e Ricerca della segreteria Pd) che ha fatto un’analisi approfondita della situazione regionale in vista delle elezioni del 10 febbraio e nazionale, sul tema della manovra economica italiana. 

Legnini uomo giusto per l'Abruzzo? 

Il suo è un contributo straordinario per l’Abruzzo. Innanzitutto è un atto di grande generosità…la sua esperienza, la sua storia, i risultati che ha ottenuto fuori dall’Abruzzo, i riconoscimenti sono di così alto livello che possono essere spesi naturalmente, come è successo peraltro per tutti i predecessori alla guida dell’Organo Autonomo della Magistratura.

Da dove parte?

L’atto di generosità sono le sue origini, il legame con la sua terra, il luogo in cui ha mosso i primi passi come amministratore locale e da avvocato in una fase complicata e difficile della nostra regione. Non mi meraviglia che si sarebbe fatto orientare anche dal suo sentimento di appartenenza a una terra e non solo dalla volontà di, per così dire, progressione di carriera, da un interesse solo ed esclusivamente personale. Candidarsi dopo quell’esperienza è anche un contributo sopra le parti.

Perché super partes?

È del tutto evidente che pur con un suo orientamento politico, l’esperienza che ha compiuto lo colloca naturalmente in una condizione di super partes, di uomo delle istituzioni ed è anche un po’ quello serve per ripulire il tessuto strappato della società abruzzese troppo preda negli ultimi anni di polemiche, di divisioni. È un contributo all’Abruzzo che darebbe un’autorevolezza alla regione in Italia insperata: siamo sempre una piccola regione e con la sua presidenza l’Abruzzo sarebbe ascoltato dovunque. Autorevolezza e ricucitura dello strappo delle tante polemiche che negli ultimi dieci anni hanno fatto prigioniero l’Abruzzo, non facendogli fare passi avanti. Abbiamo perso tante occasioni e tanto terreno. Lui è l’uomo giusto per farci recuperare tante occasioni e tanto terreno. 

Con listone civico o no?

È chiaro che se lui si candida con questo profilo sopra le parti e fa un appello non solo a forze politiche che sono disponibili a sostenerlo ma anche a persone che non hanno una naturale connotazione politica, non sono di partito, necessariamente queste forze civili vanno collocate all’interno di liste che sono collegate direttamente al suo nome e non a partiti che sono invece progetti politici nazionali e non solo locali. Distinguo le liste civiche dalle liste “ciniche”…cambia solo una lettera, ma è interessante…le liste civiche sono il frutto di personalità, professionisti che non hanno una chiara collocazione in progetti politici nazionali, non fanno parte di partiti, non partecipano agli organismi, non decidono ciò che i partiti decidono quotidianamente.

E quelle ciniche?

Le liste “ciniche” sono quelle dei trasformisti, quelle che pur facendo parte di un partito alla fine scelgono una lista civica perché calcolano che è più facile essere eletti lì che in una lista del partito oppure i trasformisti che si candidano di là e di qua a seconda di come tira il vento. Le liste “ciniche” mi fanno ribrezzo, i contributi di personalità civiche no. Infatti, la candidatura di Legnini, i suddetti contributi li genera naturalmente. Se fosse stata una candidatura più strettamente politico partitica magari avrebbe avuto meno senso perché avrebbe generato meno contributi ma così no.  

Che prospettive il Pd con Zingaretti?

Totale discontinuità dagli ultimi anni che è la stessa cosa peraltro che può fare Legnini per l’Abruzzo e che è l’impegno di Legnini per l’Abruzzo. Discontinuità dagli ultimi 10 anni dell’Abruzzo, intendo Chiodi e D’Alfonso. La stessa cosa vale per Zingaretti che è una personalità politica importante a livello nazionale, nota e non compromessa con gli ultimi anni che non sono stati solo ombre, sono stati anche molte luci ma hanno sostanzialmente determinato una frattura nel rapporto tra la sinistra e il Paese. Zingaretti deve essere un’alternativa programmatica, ideale, di stile, alternativa totale agli ultimi anni. In questo senso, la parola chiave è appunto discontinuità. 

La manovra vede vincente Tria? E le promesse grilline? 

Alla fine abbiamo scoperto che in realtà la polemica con l’Europa era semplicemente un elemento di propaganda. Il problema è l’opinione internazionale sul nostro debito e quindi chi è disponibile a finanziarlo o meno. Quindi, tutto l’atteggiamento muscolare avutosi è naufragato miseramente quando ci si è resi conto che tale atteggiamento avrebbe generato sfiducia e quindi indisponibilità a finanziare il nostro debito e naturalmente tutte le promesse che erano dietro a questo debito. La manovra è tornata nei ranghi di spesa accettabili non per i parametri europei che sono diventati una specie di foglia di fico per dire ‘ci vogliono male, non ci vogliono far fare le cose’ ma perché quando si fa una spesa in debito, qualcuno quel debito deve finanziarlo.

Come valuta la manovra?

La manovra deve rispondere al principio dell’onorabilità dei debiti, quindi naufragano miseramente tutte le promesse che sembravano una somma di promesse tutte in spesa che facevano dire ‘ma come, avevamo tutti questi soldi e non li abbiamo spesi’? Cioè si potevano tagliare le tasse, dare il reddito di cittadinanza, mandare tutti in pensione, fare investimenti in tutti i settori…a tutti è sembrato strano, sembrava che qualcuno avesse trovato l’uovo di colombo: si possono solo spendere soldi senza chiederli a nessuno se non alle future generazioni, naturalmente, per poi scoprire che anche per chiederlo alle future generazioni bisogna convincere chi finanzia il debito sul mercato e anche internazionale, che tali generazioni saranno in grado di pagare questo debito. Alla fine si è scoperto che non siamo stati in grado di convincere nessuno. Il punto non è se Tria abbia avuto ragione o meno…ha avuto ragione il clima che si è generato, di grave sfiducia intorno alla credibilità di questo governo che poi  ha dovuto fare marcia indietro. In generale, le promesse dovranno essere mantenute. La cosa, tra l’altro, è molto grave. Che poi, credo che la Flat Tax sia una misura profondamente ingiusta (a differenza del reddito di formazione, ndr) anche dal punto di vista geografico.

Perché?

Perché il principio di progressività della tassazione è sacro e peraltro consente anche redistribuzione di ricchezza tra territori più ricchi e territori più in difficoltà che devono recuperare terreno ( e in questo c’è lo spirito leghista ma della Lega Nord, non della Lega nazionale così come la racconta Salvini). Ricordiamoci sempre che non molti mesi fa si sono fatti i referendum per Veneto e Lombardia che la Lega ha promosso e sostenuto e che se fossero attuati così come sono stati promossi sostanzialmente terrebbero la stragrande maggioranza della tassazione del Nord al Nord, condannando il Sud a una condizione di irrecuperabilità. 

Il reddito di cittadinanza, invece?

E'una risposta sbagliata a una domanda giusta. Sbagliata non perché non ci debba essere un salario minimo diffuso, anzi, un reddito minimo che garantisca la dignità delle persone è più che giusto, però va collegato alla formazione vera, alla scuola, all’università. Un mix tra reddito di cittadinanza e studio, uno strumento in cui si sia vincolati alla formazione scolastica universitaria davvero, che è una cosa che risponde a un principio molto semplice: il lavoro e il sapere sono sinonimi. L’unico modo per emancipare una persona è alzare in modo netto il livello di formazione diffusa. Non credo alla formazione fatta per i formatori ma al sistema scolastico universitario così com’è, rafforzato, potenziato e a un patto che lo Stato fa col cittadino, ossia se non si ha un lavoro, lo Stato concede un reddito ma bisogna che la persona implementi la sua formazione. Un reddito di studio che generi un moltiplicatore. Non credo a chi dice che chi oggi fa impresa è l’unico a poter generare altro lavoro: si è dimostrato peraltro, con le grandi innovazioni tecnologiche, create anche nel magazzino di giovani particolarmente geniali che hanno creato imperi. Bisogna fidarsi delle persone, della loro formazione, della loro crescita, creatività. 

Troppe aspettative a dove conducono?

È molto grave che si sia generata un’aspettativa così larga, anche sbagliata, perché personalmente mi è capitato di incontrare moltissime persone che mi hanno detto che preferirebbero licenziarsi, chiedere il reddito di formazione e lavorare in nero. È così, è chiaro che è uno strumento negativo. Tuttavia ha generato un’aspettativa anche in coloro che effettivamente ne hanno bisogno ( milioni di italiani) e che se tradita può trasformarsi in profondissima rabbia. Quando si alza così l’asticella, quando la politica promette cose mirabolanti, la rabbia delle persone è direttamente proporzionale alla stessa dell’asticella..L’Italia non ha mai posto l’asticella dell’aspettativa delle persone così in alto: persone che hanno diritto alla pensione, che sono in condizioni di povertà e che hanno visto nella propaganda, nella dichiarazione dell’abolizione della povertà da parte di Palazzo Chigi una promessa solida che adesso si sta sgretolando.

Quale il nodo maggiore?

Il problema non è tanto la disputa tra Tria e Di Maio ma la differenza tra le aspettative delle persone e quello che realmente vedranno davanti a loro. Temo che in una condizione come quella che vive il Paese, questo potrà generare uno strappo vero della democrazia, una sfiducia definitiva nella democrazia e nelle istituzioni da cui può scaturire il massimo della violenza, della sfiducia nell’uno verso l’altro che può trasformarsi in sfiducia nella Comunità nazionale che è una cosa che l’ Italia, in questa fase difficile, non si può permettere. Credo si stiano prendendo una grandissima responsabilità, aver generato una così ampia distanza tra propaganda e possibilità di poter concretizzare realmente le cose che si potevano fare. 

 

twitter@ImpaginatoTw