Vi spiego la ricetta "europea" per l'Abruzzo: parla Di Florio


Il coordinatore abruzzese di +Europa a Impaginato: "Ci vogliono serietà e competenza"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
20/12/2018 alle ore 15:40



Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali, l’Abruzzo si appresta a scegliere il nuovo governo territoriale e la scelta verterà soprattutto in funzione di un progetto serio per far rialzare la regione, già afflitta da numerose problematiche che ne rendono difficile lo sviluppo al pieno delle sue potenzialità.

Di cosa ha davvero bisogno l’Abruzzo, da quali punti ripartire? Impaginato.it lo ha chiesto al coordinatore abruzzese di +Europa, Nico Di Florio. 

Perché scegliere la terza via popolare contro il populismo del M5s?

“Perché dipende un po’ dal tipo di politica che vogliamo immaginare per il nostro Paese, per il nostro futuro. Il populismo 5 Stelle secondo noi non è la soluzione ai problemi del nostro Paese e ne abbiamo dimostrazioni quotidiane. Pensiamo che la politica, invece, vada fatta con serietà e competenza”. 

Quali le tre emergenze abruzzesi da risolvere nei primi 100 giorni di governo?

“Credo che innanzitutto l’emergenza abruzzese sia quella della salubrità delle acque e quindi il tema dell’inquinamento, delle discariche, delle bonifiche. Preferiamo pagare credo qualcosa come 30 milioni di euro di multe per infrazioni che ci vengono dall’Unione Europea piuttosto che mettere mano a situazioni come la discarica di Bussi che abbiamo qui in Abruzzo. Il secondo punto credo sia quello di trovare il modo per attrarre investimenti, quindi rendere l’Abruzzo una regione attraente per chi vuole investire e terzo, potenziare l’offerta turistica.

Una volta si diceva che l’Abruzzo era la regione verde d’Europa, oggi lo si dice di meno perché abbiamo questi temi che riguardano l’inquinamento che un po’ hanno rovinato l’immagine della nostra Regione e dobbiamo ricominciare dalle cose che ho appena detto”. 

Perché da Rigopiano in poi è mutata anche la percezione della gente verso l'Abruzzo?

“Rigopiano è stata una tragedia che poteva essere evitata e che ha fatto emergere, purtroppo, anche l’inadeguatezza di chi doveva controllare…”

Come uscirne?

“Credo che le persone e quindi anche gli abruzzesi si accorgeranno presto che il qualunquismo populista non porterà né l’Italia né l’Abruzzo, al miglioramento che la gente richiede. Ritengo ci sia bisogno di ripartire proprio dalle competenze, dalla serietà, cercare di superare le logiche della politica clientelare che purtroppo conosciamo bene anche in Abruzzo e parlare un linguaggio di verità, cioè dire alle persone che i problemi non finiranno all’indomani delle elezioni, ma che se si comincia seriamente ad affrontarli uno per uno prima o poi se ne esce”. 

Il turismo della Majella può essere messo a "reddito" senza svilire la natura? In che modo?

“Secondo me sì. Innanzitutto togliendo quei vincoli che credo che ancora oggi in qualche maniera costituiscano un freno allo sviluppo del turismo. Il turismo è una risorsa…è chiaro che bisogna sfruttarla nel rispetto della natura e in questo caso nel rispetto della nostra bellissima montagna, ma anche qui c’è tantissimo da fare. Conosco associazioni che hanno cercato di proporre l’Abruzzo e ci sono anche riuscite ma poi hanno avuto problemi burocratici. La visione di +Europa è che l’impresa va sempre accompagnata dalle istituzioni e non ostacolata”. 

La logistica integrata come può essere valorizzata in Abruzzo?

“Credo che il sistema dei trasporti abruzzese vada ripensato a mio avviso radicalmente. Sono di Pescara e aspettiamo il tram, la linea leggera ormai da 20 anni e a quanto pare sarebbe stato sbagliato il progetto…sta di fatto che la modernità dei trasporti l’Abruzzo, ahimè, non la conosce ancora”. 

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