Chieti e l'Araba Fenice, il nuovo saggio di Cristiano Vignali


Venerdì 21 dicembre la presentazione al Gran Caffè Vittoria di Chieti


di Redazione
Categoria: Eventi e Cultura
19/12/2018 alle ore 11:10



Si intitola “Chieti e l’Araba Fenice. Luci e ombre su Teate.” ed è il nuovo saggio sulla città di Chieti dello storico e giornalista Cristiano Vignali con la collaborazione di Luigi Buracchio sulla resilienza dell’identità teatina dal IV all’XI secolo d.C. Il libro verrà presentato venerdì 21 dicembre alle ore 17 al Gran Caffè Vittoria di Chieti. 
L’evento è patrocinato dalle associazioni “Abruzzo Consulting”, “Censorino Teatino” e “Abruzzo Tourism”. 
“Questo breve saggio” spiega l’autore, “che non intende assolutamente sostituirsi a una ricerca universitaria, si inserisce nella collana delle opere di storia popolare teatina col fine di promuovere e far conoscere la storia della nostra terra e della nostra città per permettere la conservazione, la conoscenza e il potenziamento dell'identità teatina che affonda le sue origini nella mitologia greca classica dell'eroe Achille (mitico fondatore della città dedicata alla madre, la nereide Teti) che, purtroppo, negli ultimi decenni appare essere messa in forte pericolo a causa della Globalizzazione e della società multiculturale. Una tradizione storica lunga oltre tre millenni, ampiamente documentata dalle fonti scritte e dalle testimonianze archeologiche e non artefatta.”
Vignali spiega inoltre che il saggio contiene alcune delle parti migliori delle sue due precedenti opere (“Chieti Medievale”  del 2013  e “Chieti nella Tarda Antichità” del 2015), facendo così un sunto generale del periodo che va dalla Tarda Antichità al Primo Medioevo. 
In questo modo, l’autore ha voluto mettere in evidenza “nella storia di Teate e del suo territorio l'alternarsi ciclico costante tra fasi storiche di ascesa e fasi di crisi, in cui è sempre presente il fattore della resilienza dall’ identità cittadina ai mutamenti che hanno permesso a Chieti di sopravvivere anche in un momento di cambiamenti epocali come il passaggio dallo “status quo” dell'Impero Romano alla frammentazione politica e alla crisi di identità culturale medievale successiva all'arrivo delle popolazioni nomadi dalle valli dell'Elba e del Danubio, esempio che è ancora valido oggi con gli analoghi cambiamenti che l'Europa, l'Italia, l'Abruzzo e Chieti stanno subendo con la rottura degli argini delle frontiere fra i continenti nel mondo globale del XXI secolo e l'arrivo di nuovi nomadi dal Sud del Mediterraneo”.
Lo storico teatino aggiunge: “il principio di resilienza che ha permesso a Chieti di sopravvivere e svilupparsi nei secoli è sempre stato quello che definirei “dell'araba fenice” per cui la città è sempre stata in grado di risorgere dalle ceneri come appunto un'araba fenice nei momenti più difficili, anche quando tutto sembrava finito. Su questa sorta di resilienza della città parla anche lo storico Ludovico Gatto. C'è bisogno, soprattutto oggi, con il relativismo culturale imperante e la crisi sociale e culturale in cui è sprofondata Chieti e l'Italia intera, di ricordare questa e altre gloriose pagine della storia della città, affinché siano motivo di orgoglio, un monito ed un esempio positivo per i Teatini contro la passiva rassegnazione che attualmente spesso ci contraddistingue, ci rende immobili, indifferenti al progressivo deterioramento del tessuto connettivo cittadino, attraverso l'omologazione culturale e la perdita di identità”, conclude. 


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