Il governo gialloverde non fa (ancora) miracoli ma, la vista a una particolare categoria di ciechi l'ha pur fatta ritrovare.
Ci riferiamo ai sapientoni che si sono accorti (solo ora) che l'ascensore sociale in Italia è rotto. In realtà sono ormai decenni che non funziona più ma, a leggere Repubblica, Corsera, Stampa e via via giornalando, prima non se ne era mai accorto nessuno. Quindi ecco l'allarme. Un pericolo che subdolamente (hai visto mai ci cascasse qualcuno!) provano a mettere in relazione con l'avvento del governo di Di Maio e Salvini. Commettendo l'ennesimo errore che gli ritornerà in faccia.
Perché la verità è che oggi c'è voglia di farlo ripartire quell'ascensore. Che è poi uno dei motivi veri per cui il 4 marzo, per la prima volta nella storia della Repubblica, le due più nette e diverse opposizioni politiche hanno vinto le elezioni e si sono saldate nel contratto di governo. Inedito collante per inedito blocco sociale: quelli che sgobbano e pagano al Nord con quelli che soffrono e sperano al Sud.
Cosicché risultano risibili (come in verità sono!) le ansie dei contrabbandieri dell'ovvio che si gettano a corpo morto su una non-notizia.
Risibile è lo stupore per la "scoperta" che lo status si eredita dalla famiglia d'appartenenza, dai quartieri in cui si vive, dalle scuole che si frequentano e che difficilmente (quasi mai!) lo si potrà migliorare nel corso dell'esistenza. Ma guarda un po' che novità!
È che sono senza vergogna e ci provano. Cercano di gettare la croce addosso ai gialloverdi sventolando lo studio degli uffici di Bankitalia (inutile si occupi di moneta e vigilanza bancaria, vero?) e spacciando l'ennesima scoperta dell'acqua calda come novità epocale. Senza la benché minima autocritica. Senza alcun mea culpa per i decenni di infingardo silenzio e prona accondiscendenza al servizio di tutti coloro che quell'ascensore hanno scassato. Ecco perché siamo più che certi che questo peloso allarme non sortirà effetto.
Anche perché con la tigna e la pazienza di quei due giovanotti potrebbe essere la volta buona che quell'ascensore riparta davvero.
E se non è un miracolo questo, poco ci manca.
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