Se c'è un aspetto dei nostri colloqui che non potete assolutamente mettere in dubbio, beh questo aspetto è rappresentato dalla originalità (a volte, lo ammetto, un po' naïf) dei titoli che decido di assegnare alle mie spicce digressioni.
Nella maggior parte dei casi l'argomento che intendo trattare risulta essere assolutamente diverso da quello che ci si aspetterebbe leggendone, appunto, il titolo.
Ma, che volete, ho un'anima anticonformista e pur di suscitare il vostro interesse e catturare la vostra attenzione farei di tutto. Anche questa volta. Bene, allora iniziamo.
Cito testualmente dal Dizionario dei modi di dire del del Corriere della Sera on-line: “Far le nozze coi fichi secchi” - non voler rinunciare a una cosa pur non avendone le possibilità; pretendere di fare qualcosa d'importante senza disporre dei mezzi adeguati, e quindi farla male, in economia, come un ricevimento di nozze a base di fichi secchi. Oppure, volere economizzare a tutti i costi”.
Nel nostro caso il fico secco è rappresentato dall'annunciata introduzione, a partire dal 2019 ed in misura progressiva attraverso progetti-pilota, dei cosiddetti Uffici Giudiziari di Prossimità.
E le nozze (che non verranno, ovviamente, celebrate) vedono la Giustizia, come una sposa sedotta ed abbandonata. Il ministro della Giustizia, infatti, vuole aprire gli uffici giudiziari di prossimità nelle strutture pubbliche, tra le quali gli ospedali, per avvicinare la giustizia ai cittadini. Tra i servizi che verrebbero offerti, la predisposizione di atti che non richiedono l'ausilio di un legale, l'invio di atti telematici e le informazioni sugli istituti di tutela giuridica. Il tutto, sfruttando i fondi europei e l'uso di edifici dismessi.
Questa acclamata e sbandierata (pseudo) riforma della giustizia :non risolverà di un millimetro la cronica lentezza dei processi, per la quale, ogni anno, subiamo condanne a livello europeo che ricadono sui (già magri) portafogli di noi cittadini; non restituirà dignità ad un'avvocatura piegata dalla crisi economica e da una legge professionale iniqua e svilente.
Francamente, sig. Ministro, le nozze richiedono preparativi più attenti ed accurati. Bisogna, piuttosto, ripristinare gli uffici dei giudici locali, cancellati dai governi precedenti; riformare realmente la magistratura, separando definitivamente le carriere di giudici e pubblici ministeri (pur salvaguardando l'operatività dell'art. 101 Cost. per tutti i magistrati); riformare seriamente il processo civile, che da una parte semplifichi il contenzioso, e dall'altra non sia l’ennesima trovata per privatizzare la giustizia.
La giustizia appartiene al popolo, che proprio non riesce a digerire più continui piatti di fichi dai Governi di turno.
Auguri e figli maschi!
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