Cgil, Cisl e Uil vogliono denunciare al Ministro della Salute, Giulia Grillo, dopo le sue ultime dichiarazioni sull'abolizione dei superticket da parte delle Regioni, che il Ministero Economia e Finanze, nel mese di settembre, ha deciso di bocciare la proposta della Regione Abruzzo di azzeramento dei superticket e le proposte di riorganizzazione della sanità regionale.
Così Carmine Ranieri (Cgil Abruzzo Molise), Leo Malandra (Cisl Abruzzo Molise) e Michele Lombardo (Uil Abruzzo).
E osservano: “Il Ministro Giulia Grillo ha elogiato il provvedimento della Regione Emilia Romagna sull'abolizione del superticket, esprimendo la volontà del suo Dicastero di inserire un emendamento in merito, a valenza per tutte le regioni, nella Legge di bilancio. Nell'ipotesi probabile che ciò non fosse possibile si dovrebbe attendere l'anno prossimo per intraprendere il percorso di eliminazione".
I sindacati abruzzesi ricordano che la Regione Abruzzo ha già da tempo scelto la strada della riorganizzazione della sanità regionale per creare economie significative, utili oggi a raggiungere l'obiettivo dell'abolizione di questa tassa iniqua.
Un percorso che ha portato, dopo mesi di concertazione con le forze sociali grazie all'uscita della Regione Abruzzo dal commissariamento, ad un'intesa tra le OO.SS. e l'assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Silvio Paolucci, che stabiliva un'iniziale rimodulazione del superticket con l'obiettivo finale dell'eliminazione integrale.
"Un buon accordo che soddisfaceva le esigenze delle fasce più deboli, purtroppo bocciato a Roma, che ha bloccato la possibilità per la Regione Abruzzo di proseguire la fase di risanamento nella sanità. La bocciatura del Governo Nazionale della proposta di riduzione del superticket avanzata dalla Regione Abruzzo è stata una scelta grave ed ingiusta che peserà sulle spalle dei cittadini abruzzesi che continueranno a dover pagare questa odiosa tassa sulla salute e che, in molti casi, saranno costretti a rinunciare alla cura e alla prevenzione o a rivolgersi alle strutture private a causa di tempi di attesa e degli alti costi delle prestazioni”.
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