Nonostante i vari proclami portati a vessillo nella lotta contro pratiche ed atteggiamenti discriminatori, spesso le buone intenzioni pubblicamente manifestate cozzano con i comportamenti che, ciascuno di noi, subisce o pone in essere quando ci si trova dinanzi alla concreta manifestazione di una di queste situazioni, perché la coerenza che ci si aspetterebbe di ricevere o di veder messa in pratica, in questi momenti, svanisce misteriosamente.
Personalmente credo che sia la paura il sentimento che sta alla base di questa incoerenza e, con ogni probabilità, ancor prima ritengo che la paura sia generata dell'ignoranza, dalla mancata conoscenza degli esatti contorni e contenuti di ciò che ci spaventa.
Prendiamo ad esempio l'AIDS, una malattia immunodeficiente rispetto alla quale si sa moltissimo e che, tuttavia, ancora costringe milioni di persone a rimanere nell'ombra, a non dichiararsi per non essere, appunto, discriminati.
Per non fare, cioè, paura. Con evidenti conseguenze negative per tutti. Per chi tenta di condurre una vita normale entrando in contatto con sieronegativi; per chi, non conoscendo lo stato di salute altrui, non adotta precauzioni adeguate per evitare la diffusione del virus.
Non spetta certamente a me fare la morale a nessuno, ma consentitemi almeno di fornire alcune semplici indicazioni a beneficio di tutti coloro che, per vergogna o timore, evitano di cercare un posto di lavoro, paventando di dover dichiarare la propria malattia.
I dipendenti devono informare il futuro datore di lavoro solo sui fattori rilevanti per l’attività lavorativa. Tuttavia, se l’infezione da HIV compromette la capacità lavorativa, il datore di lavoro deve esserne informato, ma nessuno è tenuto in alcun modo a indicare quale sia la malattia alla base della capacità lavorativa ridotta.
Quindi, il datore di lavoro vi pone delle domande che non riguardano l’eventuale rapporto di lavoro, siete legittimati a dare una risposta falsa ed, in linea di massima, un licenziamento pronunciato a causa di un’infezione da HIV è da considerarsi abusivo.
Al netto di queste brevi linee-guida, il problema sottostante mi pare sia culturale ed ancora ben lontano dal trovare una soluzione.
L'ignoranza e la paura rappresentano le due facce della stessa medaglia: l'intolleranza.
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